Sì Tav, la rivolta grillina contro i ministri M5s: «#Tuttiacasa stavolta»
L’annuncio di Giuseppe Conte – «la Tav? si farà» – è un fulmine in un cielo già tutt’altro che sereno: quello di una maggioranza gialloverde che domani vedrà un altro passaggio fondamentale: il premier riferirà in aula, a palazzo Madama, sul presunto scandalo fondi russi alla Lega. Ma oggi è proprio lui a esultare, Matteo Salvini: «La Tav si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega», dice il leader della Lega a pochi secondi dall’annuncio di Conte. «Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi!». Critico il segretario del Pd Nicola Zingaretti: «Ora Conte annuncia che il governo è per sì alla #Tav. Nella migliore delle ipotesi abbiamo perso più di un anno. Nella peggiore un altro giro di valzer che non porterà a nulla. Povera Italia».
July 23, 2019
Il M5S sull’orlo di una crisi di nervi
«Alla luce delle dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ringraziamo per l’impegno, chiederemo che sia il Parlamento ad esprimersi e in aula vedremo l’esito della votazione», dicono in una nota congiunta i capigruppo del Movimento 5 Stelle al Senato e alla Camera, Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva. «Vedremo chi è a favore di un progetto vecchio di 30 anni e chi invece sceglierà di avere coraggio. In merito al tav la posizione del MoVimento 5 Stelle non cambia. Il nostro No a un’opera che rischierebbe di nascere già vecchia è deciso»
«Un governo di cui fa parte il #M5s dà l’ok al Tav? Inaccettabile», scrive immediatamente su Facebook la consigliera regionale pentastellata Francesca Frediani, valsusina e No Tav, in merito alle novità portate da Conte sulla Torino-Lione. «Il #tuttiacasa stavolta – aggiunge – sarebbe per voi».
Mentre Alberto Airola si dice «affranto», Frediani ricorda l’analisi costi-benefici che «ha detto altro». «Non vedo come si possa rovesciare l’esito di un’analisi fatta da tecnici. Come ha detto il premier, il Parlamento è sovrano, mi aspetto che i nostri parlamentari sappiano far valere la nostra posizione politica e che trovino il modo di farla pesare. Questa è una decisione politica», dice Frediani all’AdnKronos.
Delusa dal premier? «Conte non è uno del M5S, sono delusa dal fatto che non si faccia pesare la nostra posizione politica», risponde Frediani. Lascerà il M5S? «Non lo so, sono una portavoce e lo sono tuttora. Sono una portavoce del territorio ed è col territorio che mi devo confrontare. Io ho rispettato il mio mandato, sono a disposizione delle persone che me l’hanno dato. Io non ho tradito il mio mandato, non ho tradito il M5S, perché il M5S è No TAV».
Il centrodestra gongola
«Con un anno di colpevole ritardo, Conte ha finalmente preso atto della realtà e ha detto sì alla Tav, folgorato sulla via di Lione», dichiara Anna Maria Berdini, presidente dei senatori di Forza Italia. «Alleluia. Ora i ministri ideologicamente contrari alle grandi infrastrutture dovrebbero trarne le dovute conseguenze. Altrimenti significa che sono contrari alle grandi opere ma non alle grandi poltrone».
Il riferimento al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli diventa un esplicito appello alle dimissioni da parte dela presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Dopo aver fatto perdere tempo all’Italia per un anno, Conte dichiara che “non realizzare il tav costa più che farlo”. Finalmente. Ora però, per il bene dell’Italia, l’analisi costi-benefici si faccia al ministro Toninelli… speriamo in tempi più brevi…», dice Meloni su Twitter.
Dopo aver fatto perdere tempo all’Italia per un anno, Conte dichiara che “non realizzare il Tav costa più che farlo”. Finalmente. Ora però, per il bene dell’Italia, l’analisi costi-benefici si faccia al ministro Toninelli… speriamo in tempi più brevi…
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) July 23, 2019
«Conte innesta la retromarcia su Tav Torino-Lione», dice Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia. «Adesso scopre che non farla costerebbe di più. Quando si dice la coerenza… Dopo la lettera di licenziamento di Coppola, ora Toninelli dovrebbe scrivere quella delle sue dimissioni».
In copertina il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli durante il question time al Senato. Roma, 11 luglio 2019. ANSA/Claudio Peri
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