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Dalla Tav all’Autonomia, Conte alla prima dura prova alla Camera: faccia a faccia con le opposizioni

24 Luglio 2019 - 15:09 Redazione
Prima di andare a riferire in Senato, il premier si è presentato davanti ai parlamentari alla Camera e ha spiegato perché ha cambiato passo sulla Tav

Tanti temi caldi, uno su tutti la Tav. È stato un question time particolarmente impegnativo quello del premier Giuseppe Conte. Prima di andare al Senato per riferire sui presunti fondi russi alla Lega, Conte si è presentato davanti alla Camera per rispondere in diretta alle interrogazioni dei parlamentari. Tra gli argomenti toccati: Torino-Lione, legge di bilancio e Autonomia.

«Su Tav deciderà il Parlamento, in attesa proseguirà l’iter»

Durante il question time, Conte ha spiegato davanti alla Camera le motivazioni che lo hanno spinto a cambiare posizione sull’opera. «Sulla Tav ciò che non siamo riusciti ad ottenere è la ridiscussione dell’opera e questo a causa della ferma decisione della Francia di proseguire nella realizzazione della tratta – ha detto Conte – Questo è stato l’elemento decisivo che ha pesato nella mia valutazione perché una decisione unilaterale dell’Italia avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative».

«In ogni occasione di interlocuzione con i partner francesi e le istituzioni europee ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera, nell’interesse del Paese, non mio personale, e dei cittadini italiani». Dunque «in attesa di un eventuale pronunciamento del Parlamento il governo non potrà sottrarsi agli adempimenti necessari al proseguimento dell’iter per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione».

Da autonomie a legge di bilancio

Conte ha parlato anche di legge di bilancio dicendo di lavorare a una manovra in anticipo e per questo è intenzionato a incontrare presto le parti sociali.

Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, Conte assicura che le Camere avranno un ruolo centrale. «Siamo consapevoli della centralità del Parlamento. Ritengo che il Parlamento non debba essere coinvolto solo al termine del procedimento con un’alternativa del prendere e lasciare».

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