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Islanda, una targa commemorativa ricorda il primo ghiacciaio scomparso

24 Luglio 2019 - 07:44 Redazione
Un secolo fa ricopriva 15 km quadrati e aveva uno spessore di 50 metri. Oggi è ridotto all'osso

Okjökull, il primo dei 400 ghiacciai islandesi scomparso a causa del riscaldamento globale, sarà ricordato con una targa commemorativa che suona come un ‘mea culpa’ dell’uomo come artefice della crisi climatica. Il memoriale sarà inaugurato il 18 agosto a Borgarfjörður da un gruppo di scienziati islandesi e statunitensi e dai residenti.

L’ex ghiacciaio di Okjökull, che un secolo fa ricopriva 15 chilometri quadrati di una montagna dell’Islanda occidentale, con uno spessore di 50 metri, si è ridotto all’osso come conseguenza diretta del riscaldamento globale. Oggi la sua superficie è di 1 chilometro quadrato e non è profondo più di 15 metri, misure che gli hanno fatto perdere il suo status di ghiacciaio.

Il messaggio sulla targa

«Con questa targa speriamo di attirare l’attenzione su quello che si sta perdendo con la scomparsa dei ghiacciai dalla terra», ha affermato l’antropologo della Rice University Cymene Howe.

A oggi l’Islanda perde 11 miliardi di tonnellate di ghiacciaio all’anno. «I 400 ghiacciai islandesi faranno la stessa fine di Okjökull», ha dichiarato Dominic Boyer, professore di antropologia impegnato a studiare l’impatto della perdita dei ghiacciai sulla comunità islandese.

«Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai seguiranno la stessa strada. Questo monumento è il riconoscimento di quanto sta succedendo e di quello che va fatto.

Solo così saprete se lo avremo fatto», si legge sulla targa scritta in islandese e inglese, rivolta ai cittadini di domani che saranno chiamati a giudicare l’operato di quelli di oggi.

Il memoriale, datato agosto 2019, riporta anche la formula “415ppm CO2”, in riferimento al record di 415 parti per milione di biossido di carbonio registrato nell’atmosfera lo scorso maggio.

Per essere definito tale, un ghiacciaio deve accumulare più massa compatta di ghiaccio in inverno rispetto alla quantità persa durante l’estate oltre a mantenere costante il proprio peso. In caso contrario viene definito «ghiaccio morto».

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