La situazione delle acque balneabili in Italia: quali sono le spiagge più pulite per fare il bagno – Il rapporto
L’Agenzia Ue per l’Ambiente, Eea, ha pubblicato il suo rapporto sulle acque balneabili e l’Italia si conferma tra i dieci migliori Paesi in termini di qualità della balneazione.
Secondo il rapporto dell’agenzia per l’ambiente della Commissione Ue nel Bel Paese più del 90% delle aree censite ha un livello di qualità eccellente. Solo 89 zone, ovvero l’1.6% ha registrato una cattiva qualità delle acque.
La maggior parte dei divieti di balneazione, come riporta AGI, si trovano alle foci dei fiumi, sui lungo mari cittadini o in prossimità di zone portuali. Zone dove è risaputo che le acque non sono tra le più pulite dove fare un bagno.
Un dato che riguarda in particolare il sud del Paese: la zona industriale di Pozzuoli, il villaggio agricolo a Castel Volturno, lo sbocco del Marano a Riccione, dell’Arrone a Roma, il lungomare di Reggio Calabria, di Pescara, il porto di Gioia Tauro.
Oltre alle zone limitrofe il report fa riferimento anche a note località turistiche e di prestigio: come Vietri sul Mare o la rinomata punta di San Martino a Sanremo.
Calabria e Sicilia le peggiori
Tra le regioni meno virtuose in termini di qualità delle acque troviamo la Calabria, con 22 siti vietati, a seguire Sicilia, Abruzzo e le Marche. Altre invece risultano essere tra le migliori in Italia. Sono la Basilicata, la Toscana e il Friuli Venezia Giulia.
I parametri
La classifica delle acque europee si basa su due parametri microbiologici essenziali, stabiliti dalla direttiva europea sulle acque balneabili 2006/7/CE :enterococchi intestinali ed escherichia coli: in base al tasso di batteri rilevati, le acque di balneazione vengono valutate di qualità “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”.
Gli altri Paesi europei
L’Italia è nella top ten. Ma ad occupare le prime tre posizioni sono Cipro, Malta e Austria, quarto posto per la Grecia. Le acque dell’isola cipriota hanno raggiunto un livello di balneazione del 99.1%. In fondo alla classifica troviamo Polonia, Bulgaria e Romania.
Tuttavia, l’Italia fa registrare la percentuale più alta di siti con qualità «scarsa». Sono 89, l’1,6% del totale. Il dato è peggiorato rispetto a quanto rilevato nel rapporto 2017, quando i siti con bassa qualità balneare erano 79.