Bartolo, il medico di Lampedusa, sul naufragio in Libia: «150 morti sulla coscienza». Salvini: «Non facciamo morire nessuno»
Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che fu in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del naufragio del 3 ottobre 2013 del peschereccio con oltre 500 migranti a bordo in cui persero la vita 368 persone, oggi eurodeputato del Partito Democratico, lancia via Twitter una pesante accusa alla politica della chiusura dei porti.
Scrive Bartolo: «Abbiamo sulla coscienza altri 150 morti in mare. Nessuno potrà dire che non sapeva. Abbiamo impedito alle Ong di andare là fuori a salvare vite. Ma quel che è peggio, lo abbiamo impedito alle nostre navi, alla nostra Marina Militare, che ha anche questo dovere».
Il medico e parlamentare europeo fa riferimento al tragico evento, riferito dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che sarebbe avvenuto a largo di Homs, città sulla costa nord occidentale della Libia. «Un tragico naufragio sarebbe avvenuto nel Mediterraneo centrale: circa 150 migranti risultano dispersi, mentre 145 sono stati riportati sulle coste libiche». Secondo l’Alto Commissariato «oltre cento persone potrebbero aver perso la vita, mentre 140 sono state salvate e sbarcate, ricevendo assistenza medica e umanitaria da International Medical Corps (Imc), partner dell’Unhcr».
Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini, intervistato a Radio24, continua sulla linea della fermezza. «Il problema è bloccare gli scafisti. L’Italia sta facendo la sua parte una motovedetta ha raccolto due imbarcazioni in difficoltà e nelle prossime ore vedremo se alle parole dell’Europa seguiranno i fatti perché avremo modo di sperimentare l’accoglienza e la generosità di Italia, Germania e Francia e di tutti gli altri paesi che spesso fanno la morale all’Italia».
«Non lasciamo morire nessuno – dichiara Salvini con evidente riferimento al naufragio di Homs – ma se Macron pensa che tutti i barconi debbano arrivare in Italia e che ci debba pensare l’Italia, ha sbagliato a capire. Non sono andato a Parigi perché non c’è andato nessun ministro, è stato convocato dalla sera alla mattina dopo che la riunione ufficiale era appena stata in Finlandia».
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