Bibbiano, il Miur blocca l’associazione Hansel & Gretel
Dopo i fatti di Bibbiano, il ministero dell’Istruzione (Miur) ha sospeso dalla piattaforma Sofia, per la formazione degli insegnanti, l’associazione “Hansel e Gretel”. Lo stesso è avvenuto per l’utilizzo della Carta del docente, lo strumento usato dagli insegnanti italiani per acquistare anche corsi di formazione.
Un padre verso la riabilitazione
Intanto dopo la notizia di quattro bambini tornati nelle loro famiglie naturali, va verso la riabilitazione anche un altro padre. Secondo quanto apprende l’Ansa, il tribunale di Bologna ha revocato l’affidamento dei tre figli ai servizi sociali e l’ordine di allontanamento dalla casa familiare. Una decisione che arriva dopo che la Procura di Reggio Emilia ha chiesto l’archiviazione di un procedimento per presunti abusi sessuali dell’uomo ai danni di un quarto bambino, figlio della moglie, che nel frattempo era stato messo sotto tutela.
I tre figli dell’uomo erano stati affidati inizialmente ai servizi sociali Val d’Enza, coinvolti nell’inchiesta. I giudici hanno deciso di riabilitare l’uomo, restituendogli di fatto i suoi tre figli, «posto che il padre ha manifestato una condotta adeguata e idonee competenze nella relazione con i propri figli durante gli incontri organizzati dal servizio sociale», quindi per i magistrati sono «venute meno le ragioni di pregiudizio».
Il caso
Il caso Bibbiano scoppia il 27 giugno quando i carabinieri eseguono 18 misure cautelari in un’inchiesta delicatissima della Procura di Reggio Emilia su un presunto giro di affidi illecito nella Val d’Enza reggiana.
Nell’indagine, denominata ‘Angeli e Demoni’, è coinvolto anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti (Pd), che si trova ai domiciliari per abuso d’ufficio e falso. Ma nella vicenda sono coinvolti anche assistenti sociali, medici e psicologi della onlus “Hansel e Gretel” e dei servizi sociali Val d’Enza. I reati formulati a vario titolo dalla Procura sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso e lesioni gravissime.
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