Caso Lega-Russia, Savoini fu invitato dal Viminale: ecco l’email che smentisce Salvini
Il 24 luglio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito in Senato sulla questione dei presunti fondi russi alla Lega. Il segretario del partito, Matteo Salvini, ha preferito non andare a Palazzo Madama e rispondere tramite diretta Facebook. L’antifona è la stessa di un mese fa: «Non so chi l’abbia invitato, chiedete ai russi». Ma la smentita del capo del Governo delle dichiarazioni di Salvini è stata sonora. «Il 16 luglio 2018 per l’incontro con le controparti russe su indicazione del protocollo del ministero dell’Interno, la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini», ha dichiarato Conte. E i documenti allegati alla relazione del presidente del Consiglio e consegnata ai parlamentari – si legge sul Corriere – confermerebbero la tesi che sia stato proprio il Viminale a richiedere la presenza del presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, Gianluca Savoini.
La lista dei partecipanti
È proprio l’Ambasciata italiana a Mosca a consegnare la lista dei partecipanti italiani autorizzati a prendere parte all’incontro bilaterale del 16 luglio 2018. Con il governo insediatosi da circa un mese, Salvini vuole organizzare un vertice presso il ministero dell’Interno della Federazione Russa per discutere con i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale, Yuri Averyanov e Alexandr Venediktov, e il ministro dell’Interno Vladimir Kolokoltsev. Cinque giorni prima dell’incontro, l’11 luglio, il Viminale fa richiesta del bilaterale. E in una mail viene richiesto l’accredito anche per Savoini. Tre giorni dopo, l’Ambasciata italiana consegna la lista. E dalle carte che ha messo a disposizione Giuseppe Conte emerge chiaramente che «l’onorevole Claudio D’Amico e il dott. Gianluca Savoini partecipano agli incontri e sono indicati nello “Staff del Ministro Salvini”».
La difesa di Salvini
A Radio 24, la mattina del 26 luglio, il ministro dell’Interno Salvini ha ribadito la sua posizione: «Stiamo parlando di aria fritta, non le mando io le mail. Se c’è, vuol dire che ha un senso ma è una vicenda surreale. Siamo seri. Non ho mai chiesto né toccato un rublo. Se qualcuno si diverte a occuparsi di pranzi e cene, di mail, faccia pure».
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