Di Maio: «La flat tax per me è ancora un mistero». Salvini all’attacco di Tria
Lo scontro fra gli alleati di governo in queste ultime ore sembra essersi spostato sul fisco. Soltanto ieri il vicepremier Luigi Di Maio, commentando un’intervista del ministro dell’Interno Matteo Salvini a Il Sole 24 Ore aveva dichiarato: «Speriamo che questa flat tax volontaria non sia una fregatura».
Oggi Di Maio torna sul tema e sembra voler provocare il partner dell’esecutivo gialloverde. Intervenendo a Sky Tg24 rincara la dose: la flat tax «per me è ancora un mistero – dichiara il vicepremier – ancora non ho visto le coperture, anche la flat tax volontaria di cui si parlava ieri non ho capito cosa significa». «Intanto sto lavorando al cuneo fiscale», una misura «realistica», ha aggiunto Di Maio. «Ho trovato 4 miliardi», per la flat tax «ne servono almeno il triplo».
Salvini contro Tria
Sull’altro versante del governo, quello leghista, il bersaglio polemico di Salvini è il ministro dell’Economia. Dichiara infatti il ministro dell’Interno a 24Mattino su Radio 24 intervistato da Maria Latella: «Se Tria dice che quest’anno non se ne parla del taglio delle tasse, o il problema sono io o è Tria. Se qualcuno ha dubbi o paure, basta dirlo ma allora quel qualcuno è fuori posto, o sono io o qualcun altro».
Ancora, nella tarda mattinata, il leader leghista, parlando a margine della sua visita all’ex Cie di via Corelli a Milano, torna all’attacco: «Portiamo pazienza, mi sono dotato di una enorme pazienza e la esercito. Anche con Tria perché quando dice che “la flat tax vabbè, vedremo, chi vivrà vedrà”, no! La Lega – aggiunge – sta al governo se possiamo tagliare le tasse per tanti italiani. Stare al governo per il gusto di starci non mi interessa».
Parole che sembrano aprire un nuovo solco all’interno del governo. Se il futuro dell’esecutivo, e l’ipotesi di elezioni anticipate in autunno, era passato anche dai tempi e dalle modalità della manovra economica, proprio sui temi finanziari sembra spostarsi la frizione non solo fra le due anime di governo, ma anche su Tria, in qualche modo il garante tecnico super partes dei conti italiani, soprattutto nei confronti dell’Unione Europea.
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