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Naufragio a largo della Libia: sono 62 i corpi senza vita recuperati in mare

26 Luglio 2019 - 19:19 Redazione
140 persone sarebbero state salvate, secondo l'UNHCR. E ci sarebbero almeno altri 8 cadaveri in acqua davanti alla Libia

Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti da Mezzaluna Rossa, sono 62 i corpi senza vita rinvenuti a largo di Khoms, città sulla costa nel nordovest della Libia, dove il 25 luglio è avvenuto «il peggior naufragio del 2019». Secondo Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), potrebbero essere 100 in tutto le persone morte nella tragedia.

Secondo quanto comunicato da Medici Senza Frontiere, i testimoni oculari delle persone coinvolte nel salvataggio raccontano di aver contato almeno 70 corpi in acqua. I sopravvissuti sono stati soccorsi da pescatori che li hanno riportati a Khoms.

Stando alle testimonianze, c’erano almeno 300 persone sui barconi, tra cui una cinquantina tra donne e bambini. Altre 100 persone sarebbero state su un’altra barca.

Il naufragio

A dare la notizia era stata la sezione libica dell’agenzia ONU con un tweet. «Tragiche notizie di un mortale naufragio al largo delle coste di Homs. Le prime notizie indicano che oltre 100 persone potrebbero aver perso la vita, mentre altre 150 sono state salvate e sbarcate, ricevendo assistenza medica e umanitaria da International Medical Corps (Imc), partner dell’Unhcr».

Sky News Arabia aveva poi fornito informazioni più precise riportando che il numero dei dispersi fosse 116. Le persone salvate, dice la Guardia Costiera libica che li ha riportati a terra, intervenuta subito dopo i pescatori che si trovavano nell’area, sarebbero 150.

«Ci sono oltre 100 dispersi, di cui molti potrebbero essere annegati, stando alle prime testimonianze dei sopravvissuti visitati da Medici senza Frontiere», dice la ong in una nota. «I naufraghi sono stati soccorsi da pescatori e riportati a Khoms. Testimoni oculari coinvolti nel soccorso parlano di almeno 70 cadaveri in acqua». Le équipe di Medici Senza Frontiere in Libia, hanno soccorso al porto di Khoms i sopravvissuti.

«Abbiamo dato prima assistenza e stabilizzato le condizioni più urgenti e abbiamo trasferito 7 persone in ospedale per cure mediche salvavita. I pazienti sono sotto shock e hanno sintomi da pre-annegamento, come ipossia e ipotermia», spiegano da Msf.

«Ora siamo estremamente preoccupati per i sopravvissuti di questo naufragio», dice dichiara Julien Raickman, capomissione di MSF in Libia. «Non possono essere rinchiusi di nuovo in centri di detenzione dove le loro vite sono a rischio. Lo hanno ribadito di recente anche l’OIM, l’UNHCR e i leader Europei che si sono uniti all’appello di MSF per l’evacuazione immediata e urgente di tutti i rifugiati e migranti intrappolati nei centri di detenzione in Libia».

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