Usa, Trump ripristina la pena di morte federale in tutti gli Stati: 5 esecuzioni
Il governo guidato da Donald Trump ha annunciato la ripresa delle esecuzioni capitali delle persone condannate dai tribunali federali. L’ultima di queste risale a 16 anni fa. A livello federale i tribunali pronunciano raramente pene capitali, tanto che solo 62 detenuti si trovano nel braccio della morte dei penitenziari federali, mentre in quelli statali sono ben 2.743.
Nuovi protocolli
Il ministro della Giustizia, William Barr, ha adottato un nuovo protocollo di iniezioni letali e ha programmato cinque esecuzioni che si terranno in una prigione federale dell’Indiana, come rende noto un comunicato. Si tratta di persone condannate «per aver ucciso, e a volte torturato e violentato, i membri più vulnerabili della società: bambini o persone anziane».
Il primo ad essere giustiziato, il prossimo 9 dicembre, sarà Daniel Lewis Lee, un suprematista bianco condannato per aver ucciso in Arkansas una famiglia di 3 persone, tra cui un bimbo di 8 anni.
Trump ha auspicato ripetutamente un’ estensione della pena di morte, in particolare per chi uccide i poliziotti, per gli estremisti islamici, gli autori delle stragi di massa e i trafficanti di droga.
Le moratorie contro la pena di morte
La pena di morte è in vigore negli Usa, anche se diversi Stati l’hanno dichiarata illegale oppure hanno varato delle moratorie. La decisione di Trump arriva mentre sempre più Stati hanno deciso di lottare per abolire la pena capitale.
L’ultimo Stato ad unirsi alla fronda, lo scorso marzo, è la California, che ha così fatto salire a 21 su 50 il numero degli Stati che hanno abolito o sospeso le pene capitali. La decisione è stata presa con un ordine esecutivo dal neo governatore democratico Gavin Newsom, nonostante i californiani avessero confermato nel 2012 e nel 2016 di essere a favore della pena capitale, anche se con una maggioranza risicata.
L’opposizione dei democratici
La ripresa delle condanne a morte pronunciate da tribunali federali ha scatenato le reazioni dell’opposizione, soprattutto in vista delle presidenziali del 2020. Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Kamala Harris. Tutti i maggiori candidati democratici si sono pronunciati contro questa decisione.
«Quando sarò presidente abolirò la pena di morte, ha annunciato Sanders via Twitter. «La pena capitale e’ immorale e profondamente fallace. Troppi innocenti sono stati giustiziati. Abbiamo bisogno di una moratoria nazionale sulla pena di morte, non di una sua resurrezione», ha twittato la Harris.
«Il nostro sistema criminale ha una lunga storia di errori sulla pena capitale, specialmente quando si tratta di persone di colore. Non possiamo lasciare ad un sistema a pezzi il fato dei detenuti americani. Io mi oppongo alla pena di morte», ha ribadito la Warren. Nessun commento è arrivato dall’ex vicepresidente di Obama e candidato alla Casa Bianca Joe Biden.
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