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Trump ottiene fondi della Difesa per costruire il muro con il Messico

La Corte suprema a maggioranza repubblicana ha permesso al Presidente Usa di aggirare il Congresso e ottenere nuovi fondi

Alla fine Donald Trump ce la farà a ottenere i fondi necessari per costruire il muro tra Messico e Stati Uniti. O quasi. Con la decisione della Corte Suprema a maggioranza repubblicana, il presidente americano è riuscito a ottenere $2,5 miliardi. Vanno a sommarsi ai $1,4 miliardi già assegnati dal Congresso. Sono meno rispetto ai $5,7 miliardi richiesti da Trump inizialmente, ma sufficienti per rafforzare parti del recinto lungo l’Arizona, la California e il Nuovo Messico. 

In questo caso sono tutti soldi che erano stati destinati dal Congresso al Pentagono, finanziamenti militari per la difesa del Paese che Trump ha deciso di dirottare verso la costruzione del confine con il Messico, nel nome del contrasto all’immigrazione irregolare o clandestina.

Una battaglia che ha segnato in parte la sua presidenza – tra i divieti sull’immigrazione dai Paesi a maggioranza musulmana ai centri di detenzione duramente criticati dalle organizzazioni umanitarie, dai deputati Dem e dal suo stesso dipartimento di sicurezza – oltre ad essere stata uno dei capisaldi della sua campagna elettorale nel 2016. 

Il braccio di ferro tra il Presidente e il Congresso

Fondamentale il contributo della Corte Suprema degli Stati Uniti che con la nomina di Brett Kavanaugh nel 2018, promossa dall’amministrazione Trump nonostante le accuse di stupro nei suoi confronti, è diventato a maggioranza repubblica (5 repubblicani contro 4 democratici). La più alta corte degli Stati Uniti ha bocciato infatti il ricorso dell’American Civil Liberties Union (una no-profit) che voleva impedire al presidente americano di usare i fondi senza l’approvazione del Congresso. 

Si tratta soltanto dell’ultimo, più recente episodio nel braccio di ferro tra Donald Trump e il Congresso americano, controllato dal partito democratico, per l’utilizzo di fondi federali per costruire il muro. Uno scontro che aveva portato allo shutdown del Governo a fine 2018 e che ha visto il presidente americano dichiarare lo stato di emergenza nazionale e poi bloccare i tentativi di farlo annullare da parte del congresso con un divieto a marzo 2019.

Il caso sottoposto alla Corte Supreme iniziò proprio durante lo shutdown parziale dell’amministrazione federale, partito nel dicembre del 2018 e ufficialmente terminato da Trump a febbraio seguito alla decisione del Congresso di approvare una spesa di $1,4 miliardi per il muro. Adesso Trump può esultare nuovamente, come del resto ha fatto su Twitter scrivendo, con il tono enfatico e semplice che lo contraddistingue, «Wow! Grande vittoria per il muro».

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