Federica a una vasca dall’addio Mondiale: ultime bracciate della donna più forte di sempre nei 200 stile
Gwangju, in Corea del Sud. Dall’altro lato del mondo una nuotatrice sta per infilarsi una cuffia. Occhialini, aderenti sugli occhi. Spalancati, come i polmoni per uno, due, tre respiri profondi. Tuffo. Ore 15:00 del 28 luglio: inizia il minuto in cui Federica Pellegrini farà la sua ultima vasca in un Mondiale. I ricordi nelle bolle soffiate sott’acqua, i ricordi che si rompono come l’acqua sotto le bracciate potenti della nuotatrice italiana più forte. Il 24 luglio Federica Pellegrini è salita, badate bene, sul podio dei Mondiali per l’ottava volta, consecutivamente, nello stesso tipo di gara. Dal 2005, a Montréal, in poi, ogni due anni un gradino del podio nei 200 stile libero è suo. L’ultimo, dorato, qui in Corea.
Un oro d’amore
«Questa medaglia la chiamo amore, amore per questo sport e per questa gara», ha detto con il viso bagnato dopo la gara. Acqua e lacrime, indistinguibili in una donna che ha vissuto la vasca come abnegazione. Poi ha specificato: «Amore in generale, amore per questo sport, amore per la mia famiglia, amore per la serenità che ho in questo momento. Amore in generale. Il prossimo sarà l’ultimo anno della mia carriera che si chiuderà con un’Olimpiade. Non potevo chiedere di meglio, sono in estasi e non avrei potuto aspettarmi qualcosa di meglio. Sono stati anni bellissimi e sofferti, emozioni fortissime».
Una carriera precoce
Nel 2004 Federica Pellegrini si fece conoscere in tutto il mondo per il suo argento alle Olimpiadi di Atene. Sul petto luccicava l’argento olimpico più giovane di sempre. Aveva solo 16 anni. L’anno dopo, nel suo primo Mondiale, a Montréal, la nuotatrice veneta conobbe le prime lacrime e la delusione per una sportiva che ambisce alla perfezione: ancora argento, per soli 13 centesimi. Il resto è storia conosciuta: nei 200 stile libero è la più vincente di sempre, la sua longevità agonistica è proverbiale per uno sport che ha un continuo ricambio generazionale. Ancora, undici record mondiali e una serie di primati che difficilmente vedremo cadere nei prossimi anni.
Da sport di nicchia a emozione nazionale
Tutto ciò che ha un inizio, ha una virata, e un’altra ancora quando meno te lo aspetti. Ma a 31 anni, Federica sente che è arrivata l’ora di preparare le ultime gare. A Tokyo ci sarà, ma poi bisognerà abituarsi a uno sport senza “la Divina”. Che in questi 15 anni ha avuto il merito più grande di sublimare il nuoto, diventato in uno schizzo sport popolare, da emozione condivisa a tavola, al bar, sui social. Come Panatta per il tennis, Tomba per lo sci, il nuoto, dopo Federica, sarà tutto un’altra cosa.