Carabiniere ucciso, Varriale identificò il “derubato” Brugiatelli un’ora prima della chiamata al 112
All’1.19, un’ora prima della telefonata al 112, il carabiniere Andrea Varriale era intervenuto in piazza Mastai. A ordinarglielo era stato il maresciallo Pasquale Sansone che proprio in quella zona stava cercando un soggetto che si era sottratto all’identificazione dandosi alla fuga dopo aver consegnato ai militari un involucro di colore bianco contenente una compressa di paracetamolo. Varriale arrivato sul posto in divisa – prima, dunque, di ricevere l’incarico di effettuare l’operazione in borghese – identifica Sergio Brugiatelli, pregiudicato, che riferisce di essere stato vittima di un borseggio da parte di «due persone che dopo il furto si allontanavano a piedi in direzione lungotevere, altezza ponte Garibaldi».
Ad aggiungere questo nuovo elemento è il testo dell’ordinanza di convalida del fermo dei due giovani americani Christian Gabriel Natale Hjort e Finnegan Lee Elder, accusati di concorso in omicidio per aver ucciso con 11 coltellate il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Durante l’incontro dell’1.19, Brugiatelli precisava al militare che all’interno della borsa che gli avevano rubato era presente il suo cellulare, documenti e altri effetti personali. A quel punto Brugiatelli è stato invitato a sporgere denuncia. «Alle 2.04 e 22 secondi del 26 luglio – si legge poi nell’ordinanza di convalida del fermo – la Centrale operativa dei carabinieri riceveva la telefonata con la richiesta di intervento da parte di Brugiatelli che riferiva di aver già provato a contattare i responsabili del furto».
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