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Tav, Toninelli resiste: «Anche Salvini era contrario: spieghi lui perché ha cambiato idea»

Il ministro delle Infrastrutture guarda al futuro del governo nonostante le divergenze sulla Tav e sulla foto della caserma di Via Selci

Le schermaglie e i botta e risposta fra le forze di governo sembrano procedere senza soluzione di continuità: i temi caldi del momento sono quello, eterno, della Tav e quello, più legato alla cronaca, della condanna o meno della fotografia che ritrae il presunto assassino del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, Natale Hjorth, legato e bendato nella caserma dei carabinieri di di via in Selci a Roma.

Ma segnali distensivi arrivano quest’oggi dal ministro pentastellato che maggiormente è stato nel mirino del ministro dell’Interno Matteo Salvini: Danilo Toninelli. Nelle ore in cui la crisi sembrava alle porte il leader leghista aveva accusato il titolare del dicastero delle Infrastrutture di essere espressione della componente a 5 Stelle che sta rallentando i governo bloccando le grandi opere e aveva fatto particolarmente riferimento, quell’occasione, alla Gronda di Genova.

Oggi Toninelli, che da più parti era stato indicato come la più probabile vittima di un eventuale rimpasto, smorza i toni e si mostra più conciliante nei confronti dei partner dell’esecutivo. Durante un’intervista a Radio Crc, dichiara: «Se la Lega è disposta a fare le cose per bene, con indipendenza e con l’unico faro dell’interesse generale io, nonostante le differenze, penso che potremo andare avanti fino a fine legislatura».

E aggiunge, mostrandosi decisamente proiettato verso un futuro del governo gialloverde: «Già sapevamo prima di fare questo governo che differenze tra M5s e Lega c’erano. Nel contratto di governo ci sono scritte cose importanti: acqua pubblica, conflitto di interessi, riforma della giustizia. Tutte cose – continua il ministro delle Infrastrutture – che ridaranno una boccata d’ossigeno ai cittadini e faranno ripartire l’economia».

Nì Tav

Toninelli ribadisce che la Tav è «una bidonata con costi enormemente superiori ai benefici» e che il «M5s è sempre stato, fin dalla nascita, contrario all’opera» mentre, aggiunge, «ricordo perfettamente i sindaci leghisti contro e anche un Salvini no Tav: lui dovrebbe spiegare in base a quali elementi ha cambiato idea».

Sulla foto choc di Hjorth ammanettato e bendato, si allinea alla posizione del premier Conte che aveva smentito le parole del ministro dell’Interno Salvini: «Il fatto che è stato barbaramente ucciso un uomo delle forze dell’ordine in servizio, è un fatto sconcertante. Preoccupa quel bendaggio perché può inquinare tutte le indagini necessario per avere la certezza nella ricerca del colpevole».

L’impressione, dunque, è che si proceda su due binari paralleli. Se da un lato si marcato le distanze su temi identitari come la Tav o come la condanna delle immagini della caserma di via Selci, parallelamente si voglia tranquillizzare l’alleato sulla tenuta del governo. Differenziare le posizioni, quotidianamente, per assecondare i propri bacini elettorali, ma voler continuare a governare il Paese. Comprensibile, questo atteggiamento, soprattutto se viene da un ministro, considerato “a rischio”, come Danilo Toninelli.

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