Berlusconi come la fenice: Forza Italia cala nei sondaggi e lui vara un altro progetto politico
I sondaggi lo preoccupano. La rivoluzione in casa Forza Italia non lo ha soddisfatto. Silvio Berlusconi sperava che con la promozione di Toti (ex fedelissimo, oggi principale detrattore) e Mara Carfagna al ruolo di coordinatori i problemi che affliggono il partito sarebbero svaniti. Ma Forza Italia somiglia ancora a una “nave senza nocchiere”, tra faide interne e desideri più o meno palesi di togliere lo scettro al fondatore.
E così, a 82 anni, fresco d’elezione al Parlamento Europeo, Silvio Berlusconi lancia un altro progetto politico: si chiama L’Altra Italia, è una «federazione alternativa alla sinistra» e ha l’obiettivo di coinvolgere i moderati di centro che non si sentono rappresentati dalla destra muscolare di Salvini e Meloni: «Liberali, cattolici, riformatori, chiunque viva con disagio la politica di oggi. Mi rivolgo all’Italia che non confonde umanità con buonismo né rigore con cinismo».
In un passaggio del suo annuncio l’ex Cavaliere nega che l’Altra Italia sia un nuovo partito e ne delinea i contorni con più chiarezza: il progetto, dice, è rivolto a «chi pensa a un nuovo centro moderato ma innovativo, alternativo alla sinistra, in prospettiva alleato ma non subordinato alle altre forze del centro-destra. Di quest’area politica Fi è parte costituente essenziale, ma non intende assumere alcun ruolo egemonico: al contrario, si mette al servizio di un progetto più ampio».
Il calo nei sondaggi, le liti nel governo, l’attivismo di Toti
Il progetto è stato annunciato a poche ore da un tavolo sulla riorganizzazione di Forza Italia, chiesta a gran voce da Toti, che è arrivato a minacciare le dimissioni in caso di un “no” alle primarie aperte. Ma la mossa di Silvio Berlusconi potrebbe essere dettata anche dai sondaggi, che danno Forza Italia in calo da mesi e dietro Fratelli d’Italia, e dall’eventualità di elezioni anticipate: un’ipotesi smentita dai diretti interessati – Lega e Cinque Stelle – ma che resta sul tavolo a causa delle continue liti nel Governo.