I vaccini sono sicuri, parola dell’Agenzia per il farmaco: i dati sulle reazioni avverse nel 2018
Solo dati, senza ideologia, per capire quali sono i reali rischi associati ai vaccini. Un approccio, quello usato nell’ultimo rapporto sui vaccini in Italia per il 2018 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che lascia spazio a considerazioni contrastanti, ma dalla conclusione inequivocabile: i vaccini non fanno male.
Non fanno male né per quanto riguarda il tasso di incidenza di complicazioni associate alla loro somministrazione, né per quanto riguarda l’entità delle reazioni che provocano nei vaccinati. Su un totale di circa 18 milioni di dosi somministrate in Italia, il numero di segnalazioni di reazioni avverse per tutti i vaccini è stato soltanto di 30,8 per 100 mila dosi, pari allo 0,03%. Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlate al vaccino sono 3,1 per 100 mila dosi, ovvero pari allo 0,003%.
Su un totale di circa 18 milioni di dosi somministrate in Italia, il numero di segnalazioni per tutti i vaccini è soltanto 30,8 per 100 mila dosi, pari allo 0,03%. Le segnalazioni che riportano reazioni gravi correlativi al vaccino sono 3,1 per 100 mila dosi, ovvero pari allo 0,003%.
Segnalazioni in aumento
Aumentano le segnalazioni di reazioni ai vaccini in tutto il Paese: ma un aumento non indica necessariamente un aggravamento delle ripercussioni legate ai vaccini quanto, piuttosto, una maggior solerzia da parte dei medici, così come dei cittadini, nel segnalare. In questo senso l’Italia è tra i primi Paesi a livello europeo e mondiale.
Sono gli effetti di un cambiamento culturale legato alle varie campagne di sensibilizzazione, ma anche dall’attenzione mediatica e politica che il tema ha ricevuto negli ultimi anni. Ciò che colpisce non è soltanto l’aumento nel numero di segnalazioni ma il fatto che nel 2018, come nel 2017, le segnalazioni di sospette reazioni avverse provengano, secondo il rapporto, principalmente da cittadini piuttosto che da operatori sanitari.
La maggior parte delle reazioni è segnalata come «non grave»
L’entità delle reazioni varia a seconda del vaccino, ma in generale si tratta di sintomi par la maggior parte non gravi. La maggior parte delle sospette reazioni è segnalata, infatti, come non grave: circa 83,6% nel 2018 contro il 15,3% definiti ‘gravi’, dati simili (dal punto di vista percentuale) rispetto al 2017.
La reazione riportata più comunemente è la febbre, ma generalmente i sintomi riscontrati più frequentemente non sono gravi e comunque di scala radicalmente inferiore rispetto ai benefici legati alla vaccinazione.
Come sintetizzano gli autori del rapporto: «Tutte le sospette reazioni avverse osservate nel 2018 non hanno evidenziato eventi che possano modificare la valutazione del rapporto fra benefici e rischi dei vaccini utilizzati. Eventi clinicamente gravi e potenzialmente correlabili si sono verificati raramente […] Inoltre, non sono stati osservati raggruppamenti temporali o geografici di segnalazioni per specifici lotti che facciano ipotizzare possibili difetti di qualità».
Morbillo
I casi di morbillo meritano un capitolo a parte, visto la recrudescenza della malattia in vari Paesi, tra cui l’Italia. Anche in questo caso rispetto al 2017 le segnalazioni sono aumentate del 36,5%. Da notare la più alta percentuale di casi gravi, 22,3%, rispetto alla media di circa 15%.
Ma anche in questo caso le reazioni sono state perlopiù non gravi: circa il 79% sono state definite come non gravi, per un totale di 1.241 casi. Tra i casi gravi figura anche un decesso, seguito alla somministrazione di vaccino MPRV a un paziente di un anno che presentava una febbre elevata. Più difficile stimare il numero di vite salvate.
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