Migranti, la Alan Kurdi rifiuta il porto libico. Salvini, Trenta e Toninelli vietano lo sbarco
La nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye ha rifiutato di sbarcare a Tripoli, dopo l’invito della guardia costiera libica. A bordo dell’imbarcazione ci sono 40 migranti salvati da un gommone a circa 30 miglia dalla costa libica. Tra le persone soccorse ci sono due donne, una delle quali è incinta, e tre bambini.
A dare la notizia del mancato sbarco a Tripoli, considerato porto non sicuro dall’Onu, dalla Commissione europea e anche da Matteo Salvini, è stato lo stesso ministro dell’Interno, che ha commentato la notizia con un «ci risiamo, la nave Alan Kurdi se ne frega delle autorità internazionali».
I migranti a bordo della nave hanno riferito di aver lasciato la città libica di Tagiura, a est di Tripoli, nel corso della notte. Secondo quanto rende noto Sea Eye, le persone soccorse provengono dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dal Ghana, dal Mali, dal Congo e dal Camerun.
«Lampedusa è il porto sicuro più vicino»
Il ministro dell’Interno Salvini e, a ruota, i ministri M5s Toninelli e Trenta, hanno firmato il divieto di sbarco in Italia. La ong ha fatto sapere che non proverà a tutti i costi ad attraccare a Lampedusa, ma che quello al momento è il porto più vicino.
«Chiederemo alle autorità competenti di assegnarci un porto sicuro», ha fatto sapere Gorden Isler, portavoce della Sea Eye. «Geograficamente, Lampedusa è il porto sicuro più vicino. Nelle prossime ore vedremo come andranno le cose».
Die Crew der #AlanKurdi hat am Morgen 40 Menschen aus einem Schlauchboot gerettet. Unter ihnen sind ein Baby und zwei Kleinkinder. Sie werden nun an Bord versorgt. https://t.co/GRm4ozAGWU
— sea-eye (@seaeyeorg) July 31, 2019
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