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Usa, la nazionale di calcio maschile lotta con quella femminile: insieme per la parità salariale

01 Agosto 2019 - 06:31 Redazione
Le campionesse del mondo hanno fatto causa alla federazione Us Soccer perché vogliono essere pagate quanto gli uomini. Che sono dalla loro parte

In un gesto di solidarietà tra colleghi, la nazionale di calcio americana maschile si è schierata a fianco della squadra femminile – reduce da un mondiale vinto – nella battaglia contro la federazione di calcio americana sul tema della parità salariale. Le atlete vogliono essere pagate quanto gli uomini, visto anche i successi ottenuti sul campo e, come hanno dimostrato facendo causa alla US Soccer, fanno sul serio. L’accordo era vicino quando lunedì 29 luglio il Presidente Carlos Cordeiro ha pubblicato una lettera in cui ribaltava la tesi delle atlete, sostenendo che, negli ultimi anni a partire dal 2010, fossero state pagate più degli uomini.

Il calcolo sbagliato

Secondo Cordeiro, dal 2010 al 2018 US Soccer avrebbe pagato le donne $34.1 milioni, circa $8 milioni in più degli uomini, nonostante la squadra femminile avesse generato profitti soltanto 2 anni su dieci, riprendendo un ragionamento caro al Presidente americano Donald Trump il quale ha sostenuto che il loro salario dovrebbe riflettere il numero di biglietti venduti. Ma il calcolo è fuorviante perché le regole di pagamento sono diverse per uomini e donne. Per ogni partita giocata, un calciatore uomo ha accesso a dei bonus nettamente superiori: la Fifa per esempio mette a disposizione $38 milioni per i mondiali di calcio maschile, ma soltanto $4 milioni di bonus per quello femminile. In più, non tornano i calcoli di Cordeiro: come ha scritto il Wall Street Journal, dal 2015 ad oggi, la squadra femminile avrebbe generato guadagni più alti rispetto a quella maschile.

Si tratta di tesi e di fatti sottoscritti anche dalla stessa nazionale maschile che ha voluto pubblicamente manifestare il proprio disappunto per la lettera di Cordeiro, accusando la federazione di «manipolare i fatti per legittimare la disparità salariale». «La Federazione minimizza il contributo [della squadra femminile ndr] quando gli fa comodo – ha scritto in un comunicato stampa la squadra maschile – Si tratta dell’ennesimo episodio di conflitto da parte della Federazione che pensa soltanto ad aumentare i guadagni e i profitti senza la benché minima idea di come investire questi soldi per far crescere lo sport». Di qualsiasi genere.

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