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Perché la foto mostrata da Toninelli sulla Asti-Cuneo non è del tutto sbagliata

02 Agosto 2019 - 17:25 David Puente
Per il tratto della foto mostrata da Toninelli è prevista la nuova progettazione grazie alla decisione del Cipe

[In fondo all’articolo trovate la risposta a La Stampa]

Provate a cercare con Google le foto dell’autostrada interrotta Asti-Cuneo o A33 e troverete spesso il moncone Cherasco mostrato in video dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli in cui annunciava, il primo agosto 2019, il via libera del Cipe per lo sblocco dei lavori. In un articolo de La Stampa, sempre del primo agosto 2019, si sostiene che Toninelli avrebbe sbagliato a mostrare le foto del tratto autostradale di Cherasco. «Toninelli annuncia lo sblocco del cantiere dell’Asti-Cuneo, ma la foto che mostra è sbagliata», titola il quotidiano. Risulta tuttavia curioso che lo stesso quotidiano pubblichi, sempre il primo agosto 2019, un articolo dal titolo «C’è il via libera da Roma per aprire i cantieri del tratto Alba-Verduno dell’autostrada Asti-Cuneo» pubblicando la foto del tratto mostrato da Toninelli nel video e dove è ritratto insieme al Presidente del Consiglio Conte:

Che cosa ha deciso il Cipe? Partiamo dall’unico testo a disposizione, quello dell’esito della seduta del primo agosto 2019 pubblicato sul sito ufficiale del Governo dove leggiamo al primo punto le decisioni in merito alle infrastrutture: «ha preso atto della revisione del rapporto concessorio e dei piani economico-finanziari relativi al tratto autostradale Asti-Cuneo (A 33) e al PEF della SATAP Torino – Milano (A4)».

Risulta tutto ancora più strano consultando il sito della Regione Piemonte, nella sezione Piemonteinforma, un articolo del primo agosto 2019 intitolato «Dal Cipe via libera all’Asti-Cuneo» con la foto del tratto mostrato anche da Toninelli.

Nell’articolo del sito della Regione Piemonte vengono riportate le parole del Presidente Alberto Cirio e quelle dell’assessore Marco Gabusi, entrambi dichiarati soddisfatti della decisione del Cipe. Contattati entrambi gli uffici stampa, siamo giunti alla spiegazione dei fatti.

Il via libera del Cipe riguarda tutta l’opera della A33 Asti-Cuneo, inclusa la sezione presente nelle foto e che riguarda la zona di Cherasco. Dalla decisione del primo agosto 2019 si potranno riaprire i cantieri nella parte tra Alba e Verduno che presentano già dei progetti definitivi, mentre per il tratto di Cherasco verrà avviata la definizione del nuovo percorso in sostituzione di quello precedente che prevedeva un tunnel, un avvio che non sarebbe potuto procedere senza il via libera del Cipe.

Come possiamo vedere anche da un altro articolo del primo agosto 2019, sempre de La Stampa, risulta chiaro il concetto: «Verrà avviata anche la definizione del nuovo percorso (in sostituzione del tunnel) tra il moncone di Cherasco e Verduno».

Conclusioni

Il ministro Toninelli nel suo intervento video mostra le foto simbolo della Asti-Cuneo, ma come viene fatto notare non è l’unico tratto interessato. Il Cipe, come spiegato dalla Presidenza della Regione Piemonte, non tiene conto di tratti specifici della Asti-Cuneo, ma di tutti incluso quello di Cherasco sul quale verranno avviati i lavori per la definizione del nuovo percorso, lavori che non sarebbero potuti iniziare senza il Cipe stesso. Per questo Toninelli non ha impropriamente mostrato la foto di Cherasco, mentre risulta ovvio che non si conosce la data dell’avvio dei cantieri.

Aggiornamento 5 agosto 2019

La Stampa, in un articolo del 3 agosto 2019, prova a «fare chiarezza» sostenendo che da parte di Open ci sia stato un «fact-checking piuttosto approssimativo nella selezione delle fonti». Prima di proseguire vi invitiamo a rileggere le conclusioni del nostro articolo che trovate proprio qua sopra.

L’articolo di risposta de La Stampa

Ecco la spiegazione fornita dal quotidiano piemontese:

Il via libera ai cantieri nel lotto 2.6B (Alba-Verduno) di fatto darà avvio anche alla progettazione del percorso definitivo della parte tra il moncone di Cherasco – quello del moncone di Toninelli che ripubblichiamo qui sotto – e Verduno (lotto 2.6A), ma qui serviranno anni per completare la procedura autorizzativa, iniziando dalla valutazione d’impatto ambientale. Al momento, non è ancora stato nemmeno individuato il tracciato definitivo dal «moncone di Toninelli» all’ospedale di Verduno.

Nell’articolo di Open si spiega proprio questo:

Dalla decisione del primo agosto 2019 si potranno riaprire i cantieri nella parte tra Alba e Verduno che presentano già dei progetti definitivi, mentre per il tratto di Cherasco verrà avviata la definizione del nuovo percorso in sostituzione di quello precedente che prevedeva un tunnel, un avvio che non sarebbe potuto procedere senza il via libera del Cipe.

Nelle conclusioni si riporta il fatto che per i cantieri ci vorrà del tempo, ma era una cosa più che ovvia:

Per questo Toninelli non ha impropriamente mostrato la foto di Cherasco, mentre risulta ovvio che non si conosce la data dell’avvio dei cantieri.

Infine, l’articolo de La Stampa sostiene che non sia corretto utilizzare l’immagine di quel tratto «per annunciare la ripresa dei lavori di un lotto diverso, che si trova in un comune diverso (Alba e non Cherasco) e riguarda l’adeguamento di una tangenziale e il suo raccordo con un’autostrada ancora tutta da progettare». Il fatto è proprio quello citato da Open, ma anche da La Stampa in un altro articolo che loro stessi avevano pubblicato e che noi abbiamo citato:

Verrà avviata anche la definizione del nuovo percorso (in sostituzione del tunnel) tra il moncone di Cherasco e Verduno.

Nell’articolo de La Stampa, inoltre, si sostiene che «la foto che avrebbe dovuto mostrare Toninelli è questa e si riferisce al tratto finale dell’attuale tangenziale di Alba»:

La foto giusta secondo La Stampa.

Seguendo questa critica allora anche La Stampa doveva fare altrettanto, ma non è andata così:

Nella foto dell’articolo de La Stampa troviamo Conte e Toninelli – sulla destra di spalle – nel tratto di Cherasco, quello contestato al ministro delle Infrastrutture.

Di fatto ribadiamo che senza l’intervento del Cipe del primo agosto 2019 non ci sarebbe stato l’avvio dei lavori presenti nella Asti-Cuneo e il via alla progettazione del tratto che riguarda il moncone in questione, proprio come La Stampa stessa sostiene anche nel suo articolo chiarificatore.

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