Salvini attacca, Di Maio si piega al rimpasto: «Ministri non funzionano? La Lega ne chieda di più»
Dopo le giornate di scontro all’interno del governo sul tema della giustizia, che hanno visto il Guardasigilli Bonafede in prima fila, Luigi Di Maio sembra voler tendere la mano alla Lega. Sottotraccia l’intenzione di evitare il voto anticipato. Il vicepremier pentastellato, che certamente conosce gli ultimi sondaggi che danno il M5S sotto al 15%, tenta la carta estrema per far sopravvivere il governo: in pratica, un rimpasto in cui la Lega abbia più peso.
Dichiara infatti ai microfoni di Radio anch’io su Radio Uno Rai: «Se c’e responsabilità possiamo andare avanti ma se questi continui attacchi (della Lega ndr) sono diretti a chiedere qualche ministero in più, lo chiedano pubblicamente. Faremo una riflessione», ha risposto poi al conduttore. «Il vero grande tema è che forse la Lega ambisce, anche legittimamente, a qualche ministero in più, allora lo chieda».
Anche sul tema della fiscalità, il ministro del Lavoro sembra andare incontro a Salvini, che da settimane ripete che per la Lega non può esserci una manovra senza taglio delle tasse, anche se chiede al partner di governo le coperture per l’aliquota unica. Continua infatti Di Maio: «Noi abbiamo una legge di bilancio da fare in cui dobbiamo abbassare le tasse: se il cavallo di battaglia della Lega è la flat tax noi ci aspettiamo da loro il numero di miliardi che servono per farla».
Di Maio, in questa fase distensiva e di apertura, si concede solo una nota polemica. «Non si può stare al governo con l’atteggiamento da opposizione», chiosa il vicepremier con rifermento ai continui scontri fra le forze di governo e alle “minacce”, neppure molto velate, del leader della Lega di un ritorno alle urne.
Proprio oggi Salvini ha detto in un’intervista al Corriere della Sera: «È chiaro che se arriva una manovra inadeguata… Noi abbiamo in testa un’idea chiara: questa è una manovra importante in cui tutti dovranno avere coraggio – e arriva diretto il riferimento al voto anticipato – Sennò il coraggio lo chiediamo agli italiani».
Salvini quindi, ancora una volta, cerca di forzare per tenere il governo sbilanciato sulle posizioni della Lega con la spada di Damocle, per il Movimento 5 Stelle, del ritorno alle urne. Di più, quello che avrebbe dovuto essere l’arbitro fra i contendenti, il premier Conte, sembra aver perso influenza sul leader del Carroccio. Salvini spiega che il suo rapporto attuale con il presidente del Consiglio “è un rapporto di lavoro”.
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