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Monza, la storia della «bambina cocainomane a 10 anni»: cosa dicono i carabinieri e l’asst

La bimba aveva assunto ansiolitici. Esclusa l'ipotesi relativa all'uso di cocaina

Questa mattina, 2 agosto, sul quotidiano Il Giorno è apparso un articolo intitolato: «Monza, cocainomane a 10 anni: “Aveva lo sguardo perso, un segno evidente”». Un caso che in poche ore ha fatto il giro del web, e dell’Italia.

Nell’articolo lo psichiatra che aveva in cura la bambina parla dei sintomi riscontrati durante la visita: «Quei segni sono purtroppo inequivocabili: sguardo vuoto, rabbia, confusione», ma la parola cocaina non viene mai citata.

La versione dei carabinieri

Dalle verifiche fatte da Open attraverso il comando dei carabinieri di Desio è emerso che la bimba, in passato, è risultata positiva alla benzodiazepina, sostanza contenuta negli psicofarmaci, ma non alla cocaina. Il caso risalirebbe ad aprile quando la bambina, raccontano i carabinieri, era stata portata al pronto soccorso dopo alcuni atteggiamenti che i genitori avevano ricondotto all’ abuso di stupefacenti.

«Viste le circostanze anomale, l’ospedale si è rivolto ai carabinieri e abbiamo fatto tutti gli accertamenti: dalle analisi risulta solo la Benzodiazepina e non altro», fanno sapere. «Per conto della procura dei minori è stato poi aperto un fascicolo».

Come riporta il Corriere della Sera, che ha interpellato lo psichiatra della bambina, la dipendenza dalla cocaina è «un’ipotesi che deve essere ancora confermata», essendo «un caso molto delicato e difficile».

La smentita dell’Asst

Dall’Asst (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) di Vimercate è arrivata la smentita: «Si conferma che la bambina ha assunto sostanze di tipo ansiolitico probabilmente come conseguenza di un disagio psichico profondo. Si precisa, tuttavia, che allo stato non si possa né confermare né smentire che la piccola paziente possa aver fatto uso, seppur sporadico, di altre sostanze. Questo potrebbe aver ingenerato interpretazioni diverse o incomprensioni», si spiega.

«L’intervento mediatico del nostro dipartimento Salute mentale ha avuto esclusivamente la finalità di evidenziare un diffuso disagio giovanile sempre più drammaticamente precoce», chiarisce la nota.

«Colpa dei cannabis shop»

Il presunto abuso di cocaina da parte di una bambina di 10 anni ha scatenato molti commenti affrettati, tra cui quello del questore di Macerata Antonio Pignataro, tra i primi a intervenire contro i cannabis shop: «La dolorosa e allucinante vicenda della ragazzina di Monza cocainomane a 10 anni non è purtroppo un caso isolato», ha commentato. «Negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale, da quando sono stati aperti i negozi di cannabis light, che hanno coinvolto bambini in tenera età e originato adolescenti spacciatori».

Parole dure quelle del questore che lancia un attacco ai negozi di cannabis “legale”: «Lo stesso capo della Polizia Franco Gabrielli, già molto tempo prima della mia battaglia contro la cannabis legale, aveva con forza dichiarato espressamente alla stampa, che non esiste differenza tra droghe leggere e droghe pesanti e, quindi, non esiste la marijuana light».

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