L’Olanda vieta il burqa integrale: quali sono i Paesi europei che già lo fanno
Dal primo agosto in Olanda è entrato in vigore il divieto di indossare il burqa integrale negli spazi pubblici. Una decisione fortemente voluta dal Partito per la Libertà di Geert Wilders, il leader populista olandese che dal 2005 porta avanti una campagna contro la presenza di musulmani nel Paese. La decisione ha incontrato la resistenza delle grandi città, e di Amsterdam dove il sindaco ha definito la legge contraria «allo spirito della capitale». Ma l’Olanda è solo l’ultimo tra i Paesi dell’Unione europea ad aver adottato tale misura. Già nel 2017 la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha approvato il divieto di indumenti islamici nelle aziende, a condizione che le norme interne escludano qualsiasi simbolo religioso, filosofico o politico e non solo quelle di una particolare confessione.
Francia
Il 13 luglio 2010 l’Assemblea nazionale francese ha approvato il disegno di legge che proibisce l’uso del velo integrale. Il divieto è entrato in vigore l’11 aprile 2011. La Francia è il paese dell’Ue con la più alta percentuale di popolazione di religione islamica ed è stata anche la prima nell’Unione europea a limitare i simboli religiosi nei luoghi pubblici. Dal 2004 l’uso del velo è stato vietato nelle scuole statali francesi dopo che l’Assemblea Nazionale ha approvato, a stragrande maggioranza, la legge che vieta l’uso di segni religiosi “visibili”, compresi i crocifissi. L’uso di questo indumento era consentito solo nelle scuole e nelle università musulmane dove la legge sui simboli religiosi non era in vigore.
Belgio
Il 23 luglio 2011, la legge che proibisce l’uso pubblico del velo integrale, incluso il burqa e il niqab, è entrata in vigore in Belgio, diventando così il secondo Paese nell’Unione europea dopo la Francia ad aver impedito l’uso di questi indumenti.
Danimarca
Il primo agosto 2018, in Danimarca è entrato in vigore il divieto di burqa e niqab in mezzo alle proteste delle donne musulmane che credono che la nuova regola abbia limitato i loro diritti.
Germania
Otto stati federati vietano agli insegnanti di usare l’hijab (velo islamico) e qualsiasi altro simbolo religioso o politico, ma gli studenti possono coprirsi la testa.
Italia
Dal 1975 esiste una legge in Italia che vieta di indossare un viso e una testa completamente coperti negli spazi pubblici con veli o caschi da motociclista.
Austria
Lo scorso maggio il parlamento austriaco ha approvato una legge che proibisce alle ragazze musulmane tra i 6 e i 10 anni di indossare il velo nelle scuole elementari, mentre le associazioni islamiche chiedono di invertire la legislazione che considerano “discriminatoria”. Dal novembre 2018, il velo islamico è stato vietato alle ragazze di età inferiore ai sei anni nei centri di assistenza all’infanzia nel paese. Già nel 2017 il governo ha già vietato il velo integrale negli spazi pubblici, limitando l’uso di simboli religiosi tra i funzionari per garantire la “neutralità” dello Stato e porre il veto a determinate campagne di proselitismo salafita (ultraconservatori islamisti).
Bulgaria
Nel settembre 2016, il parlamento bulgaro ha approvato per legge il divieto di utilizzare il velo islamico negli spazi pubblici.
Lettonia
Nel gennaio 2017, il divieto di indossare abiti che coprono il viso nei luoghi pubblici è entrato in vigore nel paese. L’allora ministro della giustizia Dzintars Rasnacs giustificò, se necessario, l’applicazione di questa norma «non solo per garantire l’ordine pubblico, ma anche per proteggere la tradizione culturale della Lettonia».
Spagna
In Spagna non esiste una legislazione sull’uso del velo islamico negli spazi pubblici e le formazioni politiche hanno intensificato il dibattito sull’opportunità di approvarlo, soprattutto dopo che dieci comuni (otto in Catalogna, uno in Andalusia e uno a Madrid) hanno vietato l’uso di burqa e niqab nelle strutture municipali.
Regno Unito
Nel Regno Unito non esiste una legge che vieti l’uso del velo islamico o di qualsiasi simbolo religioso e il governo conservatore si è ripetutamente opposto alla legislazione in materia.
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