Un commissario Ue per l’Italia, la lista dei nomi di Salvini nella mani di Conte: cosa teme ora il leghista
L’Ue chiama, Conte risponde. La posta in gioco è troppo alta per il nostro Paese ma i litigi, i dubbi e le indecisioni rischiano di prevalere. L’obiettivo del premier è quello di ottenere il prima possibile un commissario Ue per l’Italia, possibilmente alla Concorrenza, rivendicando di fatto il ruolo del nostro Paese nello scenario politico europeo. Per questo motivo Conte ha già incontrato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha proposto un nuovo patto per i migranti.
Il nome deve essere proposto dalla Lega
Un tema, quello delle migrazioni, che fa gola alla Lega, la stessa che è chiamata a scegliere il nome del prossimo commissario Ue per l’Italia. Ma anche su questo ci sarebbero molti dubbi: il vicepremier Salvini, chiamando il presidente del Consiglio, non avrebbe fornito un nome “secco” bensì una rosa di nomi. Il motivo? Prima vorrebbe sapere con certezza quale portafogli verrà riservato all’Italia (e si spera senza alleggerimento di deleghe e spacchettamenti).
Il totonomi
In ballo ci sono tre nomi: il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, 47 anni, il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia, 51 anni, e Giulia Bongiorno, 53 anni, ministro della Pa. Sembrerebbe, infatti, che la presidente della Commissione Ue voglia un nome tutto al femminile: per questo la Lega ha proposto il nome dell’avvocato leghista.
Nel totonomi, o meglio sullo sfondo del totonomi, c’era anche Lorenzo Fontana, neo ministro agli Affari europei: ma la sua candidatura è destinata a sfumare. Secondo il Corriere, invece, un leghista vicino al “Capitano”, avrebbe fatto sapere che «se bocciano Centinaio e Garavaglia, torna a brutto muso Giorgetti».
La questione immigrazione
Infine, Ursula von der Leyen, incontrando Conte e affrontando la questione immigrazione, tanto cara al governo giallo-verde, ha preso atto che Italia, Grecia e Spagna «si trovano in una posizione geograficamente più esposta», ovvero «in prima linea» sul fronte delle grandi migrazioni mentre il Premier italiano ha ribadito che «non è pensabile che il problema rimanga sulle spalle dei Paesi di primo arrivo».
La presidente della Commissione europea, però, ha chiarito: «Noi vogliamo che le nostre procedure siano efficaci, efficienti ma anche umane». Un messaggio forte e chiaro per Matteo Salvini.
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