Corinaldo, parla il 18enne Dennis Fantucci, uno dei testimoni della strage: «Finalmente sarà fatta giustizia»
Sei ragazzi dai 19 ai 21 anni. Giovanissimi. È questo l’identikit degli arrestati nell’ambito dell’indagine sulla strage della discoteca di Corinaldo, dove l’8 dicembre sei persone, quasi tutti ragazzi, morirono durante un concerto di Sfera Ebbasta. I ventenni, residenti tutti nel modenese, devono rispondere dell’accusa di omicidio preterintenzionale, lesioni personali e di circa 60 furti in tutto il centro nord. Al momento dell’arresto il procuratore Monica Garulli ha definito la personalità dei giovani indicativa «della loro indole criminale». I giovani hanno continuato ad agire anche dopo la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. Quella notte nel locale c’era anche Dennis Fantucci, 18 anni. Lui è uno dei “fortunati” che riuscirono ad evitare il peggio. Fantucci era entrato verso mezzanotte e dieci la notte dell’8 dicembre ed era salito in balconata con degli amici. «Certamente fa male vedere dei nostri coetanei responsabili», racconta a Open. «Se già a questa età si cerca di rubare, e fare certe cose, che sono costate tra l’altro sei vittime, è chiaro che c’è qualcosa che non va. Se ne sono fregati e hanno fatto altri colpi, sono andati avanti a rubare nonostante i morti», dice Fantucci che ricorda nei dettagli i fatti di quella sera di dicembre.
Il ricordo di quella sera
«Con i miei amici stavamo ballando al piano di sopra quando abbiamo visto la folla che si è messa a cerchio si è allontanata verso i lati e tutti sono corsi verso la via di fuga. Io non avevo ancora avvertito lo spray urticante – racconta Fantucci – Dall’alto sembrava una rissa, poi l’effetto dello spray è cominciato a salire». «Siamo dovuti scendere dalle scale e ci siamo immessi in quella maledetta via d’uscita e, fortunatamente non mi trovavo dalla parte della staccionata che è crollata», dice Fantucci. Già, quella maledetta staccionata che Fantucci ricorda di aver visto crollare. «Una volta uscito ho cercato i miei amici, ci siamo ritrovati all’uscita e volevamo assicurarci che stessimo tutti bene».
«Voglia di farsi notare»
Sono passati otto mesi da quel dicembre, ma il dolore e la paura sono ancora tanti, così come lo stupore per l’età degli arrestati: «Non so davvero cosa spinga persone della nostra età a compiere certi atti. Secondo me è l’euforia, è la voglia di farsi notare, di farsi vedere, di essere dei bulli per nascondere magari delle paure o delle situazioni familiari che non sono molto gradevoli». «Fortunatamente adesso sarà fatta giustizia – continua Fantucci – sia per noi sia, soprattutto, per i familiari delle vittime». Ma per Fantucci è difficile dimenticare: «Devo ringraziare i miei genitori perché questi mesi sono stati turbolenti, ora va un po’ meglio ma quella maledetta notte torna sempre in mente».
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