Di Battista attacca Salvini: «deve rispondere ai giornalisti». L’amnesia del 5s: «Io? Mai mancato di rispetto a un cronista»
Continua lo scambio di battute da Alessandro Di Battista e il vicepremier Matteo Salvini. «Io ho criticato la stampa in ogni modo ma non mi sono mai permesso di mancare di rispetto a un cronista che faceva liberamente delle domande», ha affermato l’ex parlamentare M5S la sera del 3 agosto mentre presentava il suo libro «Politicamente Scorretto» al festival della Versiliana a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Ha anche aggiunto che ritiene «grave» che si sia tentato di impedire che venissero effettuate delle riprese, in riferimento al caso Lo Muzio.
«Il ministro dell’Interno ha il dovere di rispondere alle domande dei giornalisti», ha aggiunto Di Battista precisando che in democrazia, «chi fa il ministro dell’Interno ed è pagato con denaro pubblico ha il dovere di rispondere come ha il dovere di andare in Parlamento a riferire sul suo uomo e su quello che faceva in Russia». Oltre alle trattative di Gianluca Savoini, Di Battista ritiene che il vicepremier dovrebbe anche dare risposte sul caso Siri: cioè su come Paolo Arata si sia avvicinato così tanto alla Lega.
Di Battista e i giornalisti
Difesa da una fonte inaspettata per il mondo del giornalismo, dato che Di Battista aveva definito i giornalisti «puttane» e «pennivendoli» nel 2018, dopo l’assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi. Alle querele di alcuni colleghi, l’ex parlamentare aveva allora risposto: «Come volevasi dimostrare è partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico».
In un post, Di Battista aveva poi affermato: «Leggo che i soliti “sepolcri imbiancati” recitando – tra l’altro male – la parte delle verginelle, si sono scandalizzati per le mie parole e per quelle di Luigi» aggiungendo, «Ora stanno tutti a difendere la loro categoria senza un briciolo di auto-critica e non si rendono neppure conto che è proprio tale difesa a spada tratta a fargli perdere quel poco di credibilità che ancora gli rimane».
Il botta e risposta
Salvini ha sempre replicato agli attacchi di Di Battista facendo ironia sul suo stile di vita : pochi giorni fa il vicepremier ha affermato «Gli insulti del vacanziero più pagato del mondo non mi interessano, lottiamo ogni giorno contro mafiosi, spacciatori e scafisti, abbiamo la fiducia di milioni di italiani, chi se ne frega di Di Battista». In passato, Salvini aveva definito l’ex parlamentare un «chiaccherone tropicale», o dichiarato: «Di Battista è impegnatissimo, gira il mondo, scrive libri».
Di Battista aveva risposto alle accuse di essere un «vacanziero» con un altro post: «Ministro Salvini, quando la smetterà di disprezzare il lavoro altrui (le ricordo che a differenza sua, che vive di denaro pubblico dal 1993, io non campo sulle spalle dei cittadini, anzi con le tasse che pago, contribuisco a pagarle lo stipendio) trovi il tempo di andare in Parlamento per rispondere a domande dettagliate sui suoi rapporti con il Sig. Savoini (indagato per corruzione internazionale) e in commissione Antimafia per fornire dettagli sulle modalità attraverso le quali il Sig. Arata (arrestato per corruzione) è entrato nei giri leghisti. In Parlamento sarà più difficile mentire o buttarla in caciara come è abituato a fare sui social». E chiude l’attacco con un’ultima frecciatina: «A riferire in Parlamento e in commissione Antimafia ci vada come preferisce, auto blu, aereo blu o moto d’acqua blu ma ci vada e porti rispetto al popolo italiano».
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