Migranti, la nave Ocean Viking riparte da Marsiglia. Sos Mediterranée: «Non riporteremo nessuno in Libia»
È ancora nel porto di Marsiglia, ma è pronta a salpare. A bordo della Ocean Viking, la nuova nave dell’ong Sos Mediterrranèe in collaborazione con Medici Senza Frontiere (ed erede dell’Aquarius – le cui operazioni si sono fermate a dicembre 2018) ci si prepara per l’annunciata partenza della missione in zona Sar, Search and rescue (ricerca e soccorso) nel Mediterraneo centrale, in acque internazionali di fronte alle coste della Libia.
A capo dei 13 componenti del team di soccorritori, Nick Romaniuk, Coordinatore Sar, già a bordo dell’Aquarius nel corso della penultima missione dell’anno scorso, quella terminata a Malta con lo sbarco di 143 persone salvate. Tornare nel Mediterraneo Centrale non è un suo desiderio, racconta, ma «una priorità. Perché non c’è nessun altro a farlo, non dovrebbe toccare a noi».
13 membri del team di @SOSMedIntl si stanno preparando al ritorno in mare con la #OceanViking.
— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) August 2, 2019
Per Nick, Coord. SAR a bordo, ritornare nel Mediterraneo Centrale e’ una priorità, “non c’e’ nessun altro a farlo, non dovrebbe toccare a noi”. #BackAtSea https://t.co/Qf89Ulsak9
Nel frattempo la stessa ong dà notizia su Facebook dell’evacuazione di due donne incinte da parte della Guardia Costiera Italiana dalla Open Arms al largo di Lampedusa. «La Alan Kurdi e la Open Arms non dovrebbero essere in attesa: dovrebbe essere assegnato loro un porto sicuro il prima possibile per sbarcare le persone salvate nel Mediterraneo centrale questa settimana», scrive Sos Med.
Sulla gestione di eventuali salvataggi della Ocean Viking, Sos Med non si sbilancia. «Seguiremo le leggi internazionali e le indicazioni che ci forniranno le autorità di coordinamento e soccorso», spiegano dalla ong a Open.
Centri che, in questi momenti storici, secondo le altre ong impegnate in quel tratto di mare, non sempre rispondono o coordinano, rimandando al JRCC di Tripoli. Vedremo di caso in caso. «Quel che è certo, è che non riporteremo mai le persone in Libia», assicurano.
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