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Fondi russi, l’Espresso mostra le carte: «Ecco come abbiamo scoperto la trattativa al Metropol»

05 Agosto 2019 - 13:12 Redazione
Stefano Vergine e Giovanni Tizian, i due giornalisti che per primi hanno rivelato la trattativa per la partita di carburante, hanno raccontato il dietro le quinte dell'inchiesta

I giornalisti Tizian e Vergine erano davvero al Metropol di Mosca? Sono stati loro a registrare l’audio della trattativa tra tre italiani (il fedelissimo di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, l’avvocato internazionalista Gianluca Meranda, l’avvocato ed ex esponente della Margherita e del Pd Francesco Vannucci) e tre russi al Metropol di Mosca? C’è la mano dei servizi segreti italiani, russi o americani dietro lo scandalo sui presunti fondi russi alla Lega, come sembra sia avvenuto all’ex vicepremier austriaco Strache?

I due giornalisti che hanno rivelato per primi l’incontro e i contenuti della trattativa avvenuta nell’ottobre del 2018 e in Russia hanno scritto un articolo sull’edizione online dell’Espresso per rispondere ad alcuni dei dubbi emersi dopo la pubblicazione della loro inchiesta.

L’incontro al Metropol

«Il nostro lavoro – raccontano Tizian e Vergine – è iniziato un anno fa […]». È stata una fonte a rivelare ai due giornalisti che all’hotel Metropol si sarebbe tenuta una trattativa per una compravendita di carburante. «Siamo arrivati all’aeroporto di Mosca Sheremetyevo il 17 ottobre e siamo ripartiti per l’Italia il 19. Uno di noi ha peraltro viaggiato sul volo Roma-Mosca, operato da Alitalia, lo stesso in cui ha viaggiato il ministro Matteo Salvini. Non si possono dimenticare, infatti, alcuni particolari, come quando il leader leghista è salito a bordo e i passeggeri hanno fatto partire un un lungo applauso, come se fosse una rock star».

Chi ha registrato l’audio e chi l’ha passato all’Espresso?

Sono stati i giornalisti dell’Espresso a consegnare alla Procura di Milano il file audio della trattativa, dopo aver ricevuto la “lista di consegna”, un atto che precede la perquisizione. Sulla fonte del file, Tizian e Vergine hanno mantenuto il segreto professionale, rispettando così il codice deontologico. Secondo La Verità, a consegnare l’audio ai due sarebbe stato un italiano seduto a quel tavolo: il “nonno” Francesco Vannucci, ex militante della Margherita e del Pd. Vannucci avrebbe consegnato il file dopo un litigio con Gianluca Meranda, per una questione di soldi. Nel loro articolo Tizian e Vergine non confermano questa indiscrezione, ma raccontano cosa hanno fatto all’hotel Metropol.

«Fotografare il gruppo di persone sedute al tavolo della hall del Metropol ci avrebbe esposto inutilmente al rischio già alto di essere notati da Savoini e dagli altri commensali – spiegano -. Per questo ci siamo tenuti sempre a distanza. Ci siamo limitati a controllare con i nostri occhi che quanto ipotizzato dalle fonti corrispondesse a verità: e cioè che Savoini era al tavolo con altre persone. La registrazione della loro trattativa, ottenuta da una fonte, ci ha permesso di ricostruire e di raccontare nei dettagli quella riunione durata circa un’ora e quindici minuti».

La consegna dell’audio e la tutela della fonte

«In seguito al servizio giornalistico pubblicato a febbraio, uno di noi è stato convocato dalla procura di Milano e sentito dai pm come persona informata sui fatti. L’atto è stato secretato perché parte del fascicolo di indagine preliminare. Non ci sono stati dubbi nella scelta di avvalerci del segreto professionale per non svelare la fonte, come ogni giornalista sa che si deve fare per proteggere chi sceglie di collaborare. I magistrati hanno quindi firmato un ordine di esibizione del file audio e davanti a questo provvedimento giudiziario non era possibile esimersi. Sentito il parere dei legali è stato fornito l’audio ai magistrati».

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