Scontro Di Battista – Salvini, interviene Dibba senior: «Quando scrivo Lega mi esce sempre la “esse”»
Continuano a volare parole grosse tra Alessandro Di Battista e Matteo Salvini. Il leader leghista, nei mesi scorsi, aveva definito il pasionario del M5s un «chiacchierone tropicale», per poi chiamarlo «vacanziero più pagato al mondo». Dall’altro lato, l’ex deputato M5s aveva ribattuto incalzando il ministro dell’Interno sulla questione dei presunti fondi russi alla Lega e sul caso Siri-Arata.
Nelle ultime ore Di Battista ha invitato il vicepremier a riferire in Parlamento sul caso della moto d’acqua della Polizia utilizzata dal figlio di Salvini: «Ci vada come preferisce, auto blu, aereo blu o moto d’acqua blu ma ci vada e porti rispetto al popolo italiano».
Poco prima di salire sul palco per il comizio del 4 agosto a Lecco, Salvini ha ribattuto di nuovo a Di Battista, che lo aveva accusato di essersi «inginocchiato davanti al potere dei Benetton», dichiarando: «Stasera potrei mandare a ca***e Di Battista», aggiungendo di essere «stufo di attacchi di quelli che dovrebbero essere alleati», e di essere profondamente spazientito dal comportamento e dalle dichiarazioni dei Cinque Stelle.
Le accuse di Vittorio Di Battista a Salvini
Ed è in questo contesto che si sono inserite le parole di Vittorio Di Battista, padre dell’ex deputato M5s, che ha risposto al vicepremier leghista con un post su Facebook dai toni duri e con parole poco diplomatiche. «Sono preoccupatissimo – scrive Vittorio Di Battista – il Cassoeula, più grasso e sudaticcio del solito, stasera “manda a quel paese” Di Battista. Eilà, Dudù, con chi ce l’hai?».
Di Battista senior ha poi “canzonato” Salvini sui recenti scandali che hanno travolto la Lega: dalla questione sui presunti fondi russi, sino al caso Siri, passando per la condanna per peculato dell’ex viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi. «A me lasciami fuori – affonda Di Battista senior – Siri non lo conosco, Rixi non so chi sia, i rubli non li ho mai visti e quando voglio scrivere “lega” mi esce sempre la “esse”, quella di se*a…».