Dopo l’Italia anche Malta: porti chiusi per i 121 migranti della Open Arms
Un altro no per Open Arms. Dopo l’Italia, anche le autorità maltesi hanno detto no all’Ong Proactiva Open Arms: i 121 migranti salvati nel Mediterraneo non potranno essere accolti nell’isola. Tra questi ci sarebbero 32 minorenni, tra cui due gemelli di nove mesi e due donne incinte.
Il primo agosto, i ministri italiani Salvini (Interno), Toninelli (Infrastrutture e Trasporti) e Trenta (Difesa) hanno firmato un nuovo divieto di sbarco sulle coste italiane, lo stesso che hanno sottoscritto il giorno prima per la nave Alan Kurdi di Sea Eye.
Questa ha invece ottenuto, il 4 agosto, il permesso di sbarcare a Malta. Nessuno dei migranti resterà nell’isola: da lì verranno distribuiti in vari paesi europei. Germania, Francia, Lussemburgo e Portogallo sono gli Stati che hanno accettato di aderire alla loro ricollocazione.
Allora, il portavoce di Sea Eye, Gordon Isler, aveva duramente attaccato l’Italia: «La rapida decisione di Malta e il loro aiuto sembrano così umani perché l’Italia ha invece completamente abbandonato le sue responsabilità umanitarie», scrive Isler su Twitter. Il comportamento di Malta «è normale e legato al diritto internazionale. Il comportamento dell’Italia, invece, è un disastro».
Malta e Italia avevano elaborato, per il summit di Helsinki, un documento ufficioso e riservato che teorizzava delel nuove linee europee per la gestione dei flussi migratori. Tra queste, la creazione di un sistema che «preveda misure di ridistribuzione obbligatorie» prima della registrazione della domanda di asilo.
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