In Austria la casa natale di Hitler acquistata dallo Stato per scoraggiare i «pellegrinaggi»
Dopo anni di dispute legali che ancora impedivano all’Austria di trovare una destinazione d’uso alla casa natale di Adolf Hitler, si è giunti a una soluzione in grado di superare il suo sinistro passato e di scoraggiare i pellegrinaggi di nostalgici neonazisti.
L’Ogh, la Corte suprema, ha respinto il ricorso dell’ex proprietaria della casa, Gerlinde Pommer, che riteneva inadeguato l’indennizzo di 812 mila euro, somma già dimezzata rispetto alla cifra di partenza di 1,5 milioni.
Ora può essere avviato il riutilizzo dell’edificio come previsto dalla legge «per impedire qualsiasi forma» di «attività sovversiva nazionalsocialista», ha sottolineato il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Peschorn. L’intenzione è quella di lanciare anche un concorso architettonico per ristrutturare l’edificio a tre piani situato nel centro di Braunau-am-Inn, cittadina al confine tedesco.
L’obiettivo sarà quello di dargli una destinazione d’uso ben lontana da quella che l’abitazione ha rappresentato per lungo tempo per l’immaginario collettivo.
Lo Stato austriaco gestisce l’immobile già dal 1972. Negli anni aveva installato un centro per disabili, scelta non affatto casuale, visto che la categoria è stata vittima della follia nazista. «Per pace, libertà e democrazia. Mai più fascismo, è il monito di milioni di morti», si legge su una stele davanti alla palazzina.
L’iscrizione però non ha allontanato simpatizzanti del regime. I pellegrinaggi avvengono soprattutto il 20 aprile per il compleanno del Fuhrer e in passato la stele è stata profanata dai vandali.
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