I no Tav accusano il M5s: «La mozione? Una sceneggiata». Grillo li difende: «Nessun tradimento»
Dopo i risultati del voto al Senato, che hanno visto la mozione contro la Tav del Movimento 5 Stelle bocciata e quelle favorevoli all’opera superare l’esame dell’Aula grazie all’inedito asse Lega–Pd–Forza Italia–Fratelli d’Italia, si riaccendono le polemiche fra il Movimento e gli attivisti contrari alla Torino-Lione.
I No Tav vanno all’attacco frontale delle forze politiche, ma in particolar modo del M5S, che da sempre sostiene la battaglia contro l’opera: «Di questa sceneggiata ne avremo fatto volentieri a meno – si legge su notav.info, sito internet di riferimento del movimento – lo abbiamo dichiarato giorni fa, poiché l’esito era scontato e non ci interessa francamente spenderci troppo parole».
Gli attivisti sembrano poi far riferimento, sibillinamente, a chi avrebbe tradito le proprie posizioni una volta arrivato in Parlamento: «Questo teatrino costruito sulla nostra pelle – sottolineano i No Tav – si svolge mentre decine di fogli di via vengono notificati ancora in questi minuti da carabinieri e polizia a tanti della valle che quotidianamente si spendono nelle iniziative di contrasto all’opera devastatrice».
Grillo risponde al leader No Tav
Ma è lo stesso fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo a rispondere in prima persona alle critiche attraverso un post Facebook sulla sua pagina personale. E lo fa replicando a uno dei volti storici del No Tav, Alberto Perino, che nei giorni scorsi aveva parlato di «tradimento» da parte dei 5 Stelle e aveva definito la mozione dei pentastellati «una buffonata».
Al di là delle polemiche personali, il punto politico che Grillo sembra voler evidenziare è che «non avere la forza numerica per bloccare l’inutile piramide non significa essersi schierati dalla parte di chi la sostiene». Il comico picchia duro sull’accusa di tradimento: «Tradire, anche se non è un termine di moda, significa qualcosa come passare dalla parte dell’avversario. La sua (di Perino, ndr) è una pacatezza ipocrita che fa l’occhiolino a chi si è dimenticato cosa significhi quella parola».
E continua sempre rivolgendosi a Perino: «In Val di Susa ho rimediato un candelotto in faccia e 4 mesi di condanna, ma il peggio è essere stato al fianco di uno che oggi (solo per il fatto che questo è un paese democratico) mi dà del traditore. Questa è una delusione – conclude Grillo – non perché abbiamo mai mangiato insieme, piuttosto per averla così sopravvalutata».
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