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Con l’intelligenza artificiale i telefoni Nokia non si scaricano mai!

in collaborazione con Nokia smartphones

HMD Global, l’azienda che ora gestisce il brand Nokia, dichiara di voler garantire ai suoi smartphone un’autonomia di 48 ore

Nella Grecia classica uno dei paradossi filosofici più discussi era quello di Achille e la tartaruga. Il guerriero dell’epica omerica, forte e veloce, e l’animale che più di tutti è simbolo della lentezza. Secondo il paradosso di Zenone, l’eroe della guerra di Troia non potrà mai raggiungere il rettile corazzato. Non importa quanto corra veloce, la distanza fra i due ci sarà sempre. Nell’era degli smartphone quel paradosso si è replicato in forma molto più secolare. La sfida, ora, è fra batteria e prestazioni. Le prime aumentano di capacità ma faticano ancora a tenere testa ai livelli di performance resi possibili da componenti sempre più voraci di energia.

Basta qualche dato. Il cellulare più venduto nella storia della telefonia mobile è stato il Nokia 1100 che, nel 2003, ha scalato le classifiche con quasi 250 milioni di esemplari venduti. Garantiva un’autonomia in stand by di circa 270 ore, oppure 400 minuti di conversazione. Tutto con una batteria da 850 milliampere-ora (mAh). Ma ne è passata di acqua sotto i ponti in questi ultimi 15 anni e oggi tra gli smartphone Nokia più potenti, prodotti e commercializzati dall’azienda finlandese HMD Global, possiamo senza dubbio citare il Nokia 9 Pureview. Dalla scheda tecnica si evince come la sua batteria – che arriva a 3320 mAh – sia oltre quattro volte più potente di quella del Nokia 1100, suo lontano parente.

Grazie all’ottimizzazione dell’hardware e alla comparsa sulla scena del sistema operativo Android 9 che ha introdotto la cosiddetta “batteria adattiva”, una funzionalità che sfrutta intelligenza artificiale e deep learning per adattare i consumi all’utilizzo dell’utente, questo dispositivo riesce a superare una giornata intera di utilizzo. Spingendosi anche oltre. Una performance migliore di quella di tanti altri smartphone, eppure parecchio distante da quella del Nokia 1100. La differenza va ricercata in due fattori. Il primo è dettato dal fatto che l’hardware di nuova generazione, processori, Ram e fotocamere, è molto più “energivoro” del passato e, ovviamente, garantisce prestazioni che sono distanti anni luce da quelle dei vecchi telefoni. Il secondo fattore è determinato dalla diversa modalità di utilizzo di questi dispositivi. Quando i telefoni di un tempo andavano in stand by erano poche le funzionalità che rimanevano attive, mentre oggi, anche se non le stiamo usando, sono diverse le app che continuano a lavorare in background.

Batteria adattiva. L’intelligenza artificiale legge le nostre abitudini

Il logo di Android Pie

La ricerca sulle batterie punta a trovare nuove e più compatte fonti di energia, diverse dagli ioni di litio utilizzati nei dispositivi attuali. Ne è un esempio la batteria al grafene, un brevetto tutto italiano nato dai laboratori dell’ITT, l’Istituto Italiano di Tecnologia. Si tratta però di materiali ancora lontani dal mercato. L’obiettivo oggi è quindi quello di ottimizzare le risorse esistenti e per questo motivo Android ha introdotto con la versione 9 del suo sistema operativo la capacità di regolare la batteria in base all’utilizzo. Nasce quella che viene definita “batteria adattiva”: così denominata perché si adatta all’uso fatto dall’utente. Il telefono comincia a conoscerci nel tempo e impara a ottimizzarsi sulla base delle nostre abitudini. Come avviene tecnicamente tutto ciò? L’intelligenza artificiale di Android 9 lavora in cloud per capire quali siano le app più utilizzate e quando vengono impiegate durante la giornata. Terminata l’analisi, il sistema applica un meccanismo denominato trotting in base al quale alle app meno usate vengono assegnate risorse limitate sia in termini di energia che di dati scaricati dalla rete internet. Cpu e Ram lavorano meno e anche il consumo della batteria è inferiore.

La strategia di HMD Global: due giorni di batteria garantita e un telefono che migliora nel tempo

La batteria quindi è oggi al centro dell’attenzione e uno dei fattori su cui il mercato sta puntando maggiormente. Ricordando le performance dei modelli Nokia storici, un esempio su tutti il 3310 che ha fatto la storia in questo senso, HMD Global dichiara di voler garantire “Two day battery life”: l’intento dell’azienda finlandese infatti è quello di assicurare che l’autonomia dei propri smartphone a marchio Nokia non solo superi la soglia della giornata, ma regga 48 ore. A tal fine le strategie utilizzate sono due. Prima di tutto realizzare dei dispositivi che ottimizzano la batteria in tutte le sue componenti, diminuendo quindi i consumi già a livello di hardware. In secondo luogo, cercando di sfruttare al meglio Android 9 e l’intelligenza artificiale applicata alla “batteria adattiva”. Per farlo, il brand finlandese ha scelto di montare sui propri smartphone Android One, il sistema Android che arriva direttamente da Google e garantisce due anni di aggiornamenti costanti e tre anni di patch di sicurezza. In questo modo il telefono continua a migliorare nel tempo.