Belpietro fa cadere il governo (in Macedonia)
C’è un caso politico che lega un giornale italiano alla Macedonia, o meglio: la Repubblica della Macedonia del Nord, come si chiama dal febbraio del 2019. Il quotidiano di cui si parla è La Verità, la testata fondata nel dicembre 2016 da Maurizio Belpietro, ora suo direttore.
Questo caso, diventato tanto grande da mettere a rischio la tenuta del governo macedone, è iniziato negli ultimi giorni, quando il giornale di Belpietro ha pubblicato in esclusiva video e audio che potrebbero essere ricondotti a un caso di corruzione. La stessa cosa che è successa all’hotel Metropol di Mosca insomma, ma questa volta con conseguenze molto più profonde.
L’ultimo articolo, uscito sabato 10 agosto, ha coinvolto direttamente anche Zoran Zaev, da maggio 2017 primo ministro della Macedonia del Nord e leader del partito Unione Socialdemocratica della Macedonia. A firmare tutti passaggi di queste rivelazioni è Laris Gaiser, accademico, classe ’77 di origini slovene.
La procuratrice Katica Janeva
La prima protagonista di questa vicenda sarebbe Katica Janeva, giudice a capo della Procura speciale che, secondo le intenzioni della Commissione europea, avrebbe dovuto gestire un complesso caso di intercettazioni. Nel 2016, infatti, la caduta del governo conservatore guidato da Nikola Gruevski era stata causata da una serie di intercettazioni diffuse dall’opposizione.
In diversi passaggi di questo materiale si potevano sentire membri del governo parlare di affari illeciti. Casi di diverso tipo e gravità, che vanno dal controllo delle elezioni fino a come insabbiare la morte di un ragazzo ucciso in circostanze poco chiare dalla polizia. Il lavoro di Janeva ha portato risultati che hanno scosso il panorama politico macedone.
Gli effetti dell’inchiesta della Procura speciale
Diversi esponenti del governo sono stati arrestati, fra cui un nome di peso come Saso Mijalkov, ex capo dei servizi segreti. Alle elezioni successive, avvenute nel 2017, l’opposizione socialista guidata da Zoran Zaev ha avuto così campo libero.
Dopo la vittoria, Zaev è diventato primo ministro e ha cominciato un programma che ha portato anche al cambiamento della Costituzione. L’effetto più visibile è il cambio di nome dello Stato, ora noto come Macedonia del Nord.
Oltre al cambio del primo ministro, questa situazione ha portato indirettamente anche al cambio del presidente della Repubblica. Quando Zaev è stato eletto, alla guida della Repubblica macedone c’era Gjorge Ivanov. Ivanov si è rifiutato di approvare le modifiche alla Costituzione volute da Zaev. Compito che è poi toccato al suo successore, Stevo Pendarovski, membro dell’Unione Socialdemocratica della Macedonia, la stessa di Zaev.
Boki 13, il conduttore che ha rotto l’ingranaggio
A distruggere quello che sembrava un nuovo equilibrio è stato l’arresto di Boki 13, al secolo Bojan Jovanovski. Boki 13 è un personaggio ben noto nella televisione macedone grazie soprattutto alla conduzione di una trasmissione intitolata Top Show. Boki 13 è accusato di aver tentato un’estorsione del valore di circa 8 milioni di euro contro Jordan Kamcev, uno dei più noti imprenditori macedoni.
Ed è qui che le storie di Boki 13, di Katica Janeva e di Zoan Zaev si incrociano. Il materiale con cui Boki 13 avrebbe cercato di portare a termine l’estorsione nei confronti di Jordan Kamcev sarebbe provato infatti da documenti in possesso dell’ufficio di Katica Janeva.
A complicare tutta la situazione ci sarebbe il fatto che il figlio di Janeva sia un manager di un’associazione di volontariato intestata a Boki 13. La Verità negli ultimi giorni ha rilasciato diverse tracce di intercettazioni che documenterebbero non solo i movimenti di Boki 13 ma anche i suoi legami con Janeva e addirittura con il primo ministro Zaev.
Il contenuto dell’inchiesta pubblicata su La Verità
Il quotidiano guidato da Maurizio Belpietro ha pubblicato diversi materiali in cui Boki 13 non solo dice di essere in ottimi rapporti con la procuratrice speciale Katica Janeva, ma addirittura con il premier Zoan Zaev. Da questi materiali sembrerebbe inoltre che il piano di estorsione contro Jordan Kamcev sia stato addirittura accordato insieme alla giudice della Procura Speciale.
Inutile dire che questi materiali hanno agitato parecchio il dibattito politico della repubblica balcanica, a tal punto che oltre un milione e mezzo di macedoni si sarebbero fiondati in questi giorni sul sito del La Verità per scoprire tutti i dettagli sui materiali raccolti. Laris Gaiser, autore delle rivelazione, ha spiegato di aver inviato il materiale alle autorità che si stanno occupando del caso, tutto prima della pubblicazione degli articoli.
Foto di copertina: Instagram | Il conduttore tv Boki 13 in uno scatto dello scorso giugno