Il Barcellona travolge il Napoli (4-0): agli azzurri serve un attaccante. Ancelotti resta ottimista
In cima la precisazione: il 4-0 del Barcellona mortifica nel risultato, ma non cancella le buone impressioni lasciate dal Napoli finora in precampionato. La batosta, dopo l’incoraggiante prestazione di tre giorni fa sempre contro i blaugrana, ha pure esimenti non trascurabili: primi due gol viziati da fuorigioco e, nel complesso, la qualità dell’avversario; che è uscito dal calciomercato con i muscoli di Hulk. Non si segnano 4 gol in 18 minuti (tutti nella ripresa, doppio Suarez, Griezmann e Dembelé) se non si hanno i superpoteri.
Giuntoli lavora tra le linee, ma…
Alla doverosa premessa seguono le riflessioni. Per alzare la famosa asticella della qualità è necessario misurarsi contro il top. E dalla seconda gara coni catalani emergono difficoltà sulle quali occorre lavorare, anche sul mercato:
- il Napoli ha mostrato difficoltà nell’uscire dal primo pressing, mortifero, del Barcellona. Manca ancora la figura che un tempo assicurava Jorginho. Allan e Fabian hanno altri compiti, Callejon e Zielinski sono (troppo) adeguati nel ruolo di playmaker;
- si avverte la mancanza di un attaccante di riferimento. L’affaticamento del prepartita che toglie Milik dalla contesa è un salato dazio da pagare. Ma il polacco, da solo, rischia di essere riferimento troppo scontato e isolato; e di arrivare sempre appannato sotto porta;
- nel pre-partita Giuntoli ha ribadito che il Napoli sta cercando un uomo tra le linee. James o Lozano sono i riferimenti non pronunciati. Ma la domanda sorge spontanea: non è che serve anche un altro attaccante centrale di peso sul quale appoggiarsi quando l’avversario (come ieri) ostruisce le fonti di gioco?
E sull’ultima considerazione, arriva l’altra domanda. Forse che quando Adl parla di idee diverse rispetto ad Ancelotti (e Giuntoli) faccia riferimento proprio alla (sua) volontà di prendere un altro centrale?
Foto di copertina Ancelotti / Ansa