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Zingaretti esclude la “strada Renzi”: «Nessun accordicchio, andiamo al voto senza paura»

11 Agosto 2019 - 13:12 Redazione
Una visione diametralmente opposta a quella di Renzi. Sarà anche il preludio alla scissione?

Nicola Zingaretti stoppa sul nascere l’ipotesi caldeggiata stamattina da Matteo Renzi di un governo che permetta di scongiurare l’aumento Iva, e di celebrare il referendum sul taglio dei parlamentari prima di andare a nuove elezioni.

Un governo che evidentemente avrebbe anche l’appoggio del M5s, in funzione anti Salvini. No, dice il segretario del Pd, sarebbe la strada più sbagliata. E spiega:

«Tutto il Partito Democratico in questi lunghi mesi ha escluso con toni diversi qualsiasi ipotesi di accordo con il Movimento 5 stelle.  Io sono stato accusato ingiustamente, per mesi, di essere il fautore di questo progetto nascosto. Ricordo, non per polemica, ma per ricostruzione storica,  il rifiuto assoluto anche solo di voler discutere di questo tema.

In molti casi si è arrivati a teorizzare che in realtà con Lega e 5 stelle ci si trovasse di fronte a due destre, due facce della stessa medaglia entrambe pericolose e illiberali da sconfiggere.  Ho combattuto con tutte le mie forze questa analisi  che però ha sicuramente  contribuito a ridurre i margini di manovra della nostra iniziativa politica».

E poi aggiunge: «Ho ben chiara la minaccia rappresentata dall’iniziativa di Salvini, addirittura per la tenuta della democrazia liberale, ma il sostegno a ipotesi pasticciate e deboli, non illudiamoci, ci riproporrebbe ingigantito lo stesso problema tra poche settimane. Di fronte a una leadership della Lega che tutti giudichiamo pericolosa e che si appella al popolo in maniera spregiudicata è credibile imbarcarsi in un esperienza di governo Pd/ 5 Stelle (perché di questo stiamo parlando)  per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni?

Su cosa? Nel nome della salvaguardia della democrazia? Io con franchezza credo di no. È forte dire nel nome della democrazia non facciamo votare? Ho anzi il timore che questo darebbe a Salvini uno spazio immenso di iniziativa politica tra i cittadini. Griderebbe lui allo scandalo. Daremmo a lui la rappresentanza del diritto dei cittadini di votare e decidere. Davvero allora i rischi plebiscitari sarebbero molto seri».

Una visione diametralmente opposta a quella di Renzi insomma. Sarà anche il preludio alla scissione?

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