Domani alle 18 la conta in Senato sul calendario della crisi. Rissa in conferenza dei capigruppo
Non c’è stata convergenza nella riunione della presidenza e dei capigruppo del Senato, convocata per stabilire quando dovrà essere discussa dall’assemblea di Palazzo Madama la mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il premier Conte, per far cadere il governo e indurre Mattarella a sciogliere le camere.
Anzi, i toni sono stati molto accesi, perché il capogruppo leghista Romeo è stato irremovibile sulla richiesta che l’aula discuta la mozione nel pomeriggio del 14 agosto, dopodomani, poche ore dopo la commemorazione a Genova dell’anniversario del crollo del ponte Morandi, che vedrà uno accanto all’altro, in un’immagine straniante, Conte, Salvini e Di Maio.
La proposta di Romeo è stata contrastata in modo duro dai capigruppo di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, ma anche dalla presidente del gruppo misto, la De Petris di LeU. Nessuno ha mollato, e quindi la presidente Casellati ha convocato per domani una seduta del Senato che dovrà votare su due proposte: comunicazioni di Conte, dibattito e voto della mozione di sfiducia mercoledì, oppure sei giorni dopo, martedì 20 luglio, come proposto da M5s Pd e gruppo misto.
I numeri stanno dalla loro parte (pronti a essere domani presenti alla seduta sono 102 senatori M5s su 107, 45 Pd su 51 e 12 del gruppo misto) è molto probabile che questa prova di forza si concluda con la fissazione della data di settimana prossima.
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