L’indifferenza di Bolsonaro sulla distruzione della foresta Amazzonica: perché la situazione è più grave di quanto dica
Se da un lato si fa ancora poco per ridurre le nostre emissioni, per far fronte contro i cambiamenti climatici, dall’altro siamo invece molto impegnati nell’aggravare la situazione in diversi fronti, per esempio abbattendo massivamente gli alberi del principale polmone naturale rimasto nel Pianeta: ci riferiamo alla foresta amazzonica.
In Brasile ogni minuto che scorre costa mediamente un’area di 100 metri per 75 di foresta: l’equivalente di un campo da calcio. Nonostante alcune blande iniziative dell’amministrazione di Jair Bolsonaro, il problema resta irrisolto.
La spensierata politica ambientale di Brasilia
L’attività dei taglialegna non autorizzati è una delle principali minacce che non riguardano solo il patrimonio naturalistico brasiliano: si tratta di un problema per tutti gli abitanti della Terra, visto che al momento un esodo di massa in altri pianeti sarebbe impensabile.
Bolsonaro non sembra preoccuparsi più di tanto, mentre ha ritenuto più opportuno licenziare Ricardo Galvão, capo dell’agenzia brasiliana incaricata di monitorare la deforestazione, il quale ha spiegato in una intervista al Guardian che tale decisione sarebbe un chiaro messaggio “politico”.
«Quello che sta accadendo – afferma Galvão – è che questo governo ha inviato un chiaro messaggio, non ci saranno più punizioni come prima … Il controllo della deforestazione non sarà più come in passato».
Il «negazionismo» della deforestazione
Le ragioni del siluramento sono attribuite a un precedente scontro pubblico col presidente Bolsonaro, il quale accusò apertamente Galvão di diffondere «bugie» riguardo allo stato della foresta amazzonica, nonostante si trattasse di dati scientifici, provenienti dai satelliti monitorati dall’Istituto nazionale di ricerca spaziale brasiliano (Inpe).
Fin dai primi mesi del suo mandato Bolsonaro si è dimostrato più volte indulgente nei confronti della deforestazione massiccia che continua a interessare la regione. Scienziati di tutto il Mondo hanno manifestato solidarietà nei confronti del collega Galvão, avanzando anche l’ipotesi che il Presidente volesse nascondere «verità scomode» sul modo in cui viene monitorata la salute della foresta pluviale.
Siamo tutti vittime della deforestazione
In gioco ci sono anche i diritti dei nativi che abitano la foresta amazzonica. Sono gli scienziati come Galvão i pochi rimasti a difenderli, perché si tratta proprio di proteggere la loro casa.
Globalmente è come se abitassimo tutti sotto lo stesso tetto, ed è difficile sostenere – senza cadere nel ridicolo – che la deforestazione ci sarebbe anche senza l’attività umana, come accade invece per la questione del Riscaldamento globale.
Foto di copertina: NASA/La deforestazione in Amazzonia vista dall’alto.
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