Conte alle Camere dopo Ferragosto. Di Maio: «Da Salvini la mossa della disperazione. Amici? Non più»
Cinque giorni dopo lo strappo di Matteo Salvini, la crisi di governo arriva in Parlamento. Il Senato si è espresso oggi sulla calendarizzazione dei lavori che porteranno alla chiusura dell’esperienza del governo gialloverde e, in particolare, all’atteso intervento del premier Conte e al voto di sfiducia portato avanti dal Carroccio. Un voto che ha visto, di fatto, la sconfitta della proposta – portata in aula dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – di votare già domani la mozione di sfiducia – sempre leghista – a Giuseppe Conte. Il premier andrà in aula al Senato per comunicazioni il 20 agosto, come voluto da M5S, Pd e gruppo Misto.
Ma il vero colpo di scena è il blitz di Matteo Salvini, che accoglie la proposta di Luigi Di Maio, suo ormai ex alleato, di votare il taglio dei parlamentari, cui manca il quarto e definitivo voto. Una proposta lanciata non a tutti i partiti, ma agli (ex) alleati di governo: mossa abile e tattica, per uscire da un angolo in cui alla fine Salvini si era ritrovato, una volta che Di Maio aveva rigettato la palla nel suo campo dicendo: «Voto sì, ma tagliamo i parlamentari come abbiamo promesso».
Si era anche parlato di un incontro fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, ma sarebbe saltato dopo che dal vertice degli azzurri a Palazzo Grazioli è arrivato lo stop al listone con la Lega. Le reciproche aperture di Grillo e Renzi hanno però riavvicinato nelle ultime ore gli alleati del vecchio centrodestra. Matteo Renzi continua a fare il battitore libero e in serata chiede le dimissioni di Salvini.
Ecco il racconto della giornata con gli avvenimenti più importanti.
Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e ancora tra i big di Forza Italia, ha lanciato un tema di cui si sta parlando molto in questi giorni in cui si inizia a pensare alle elezioni: «La battaglia elettorale, se si andrà al voto, si vincerà al Sud esattamente come è successo nel 2018».
La Lega «dopo aver detto sì al taglio dei parlamentari non ha perso 5 minuti di tempo per aggiungere che sfiducerà Giuseppe Conte», scrive Di Maio su Facebook. «Questa è la mossa della disperazione, si sono infilati in un vicolo cieco». Il 20 agosto «ci saranno le comunicazioni di Conte in Senato e la Lega vuole votare contro per sfiduciare il Presidente del Consiglio dei Ministri». E il 22 pomeriggio alla Camera «si voterà il taglio dei parlamentari». Ma «quando viene sfiduciato un governo, si paralizza anche l’attività parlamentare e si cancellano i calendari. Dunque, se la Lega sfiducia Conte il 20 agosto lo fa solo per non tagliare i parlamentari due giorni dopo. E avrà preso in giro ancora una volta gli italiani», dice Ci Maio. «E niente, stavolta gli è riuscita male…Vediamo che faranno davanti a Conte. Noi li aspettiamo al varco».
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera a In Onda: «Al Senato la prossima settimana non si potrà votare la sfiducia a Conte perché oggi una nuova maggioranza M5S e Pd ha votato contro. È Di Maio che oggi ha lanciato la sfida alla Lega per tagliare i parlamentari. Noi abbiamo risposto presenti. Se poi i 5 Stelle hanno qualche problema col diritto costituzionale e i regolamenti non è un nostro problema. Il timore di Di Maio è che Conte dopo il dibattito parlamentare vada a dimettersi».
«Oggi siamo alla mossa della disperazione», dice Luigi Di Maio ai cronisti all’uscita del Senato. «Vedere Matteo Salvini cambiare idea li porta in un cul de sac. Se votano la sfiducia a Conte non possono tagliare i parlamentari. Se votano il taglio dei parlamentari non possono votare la sfiducia a Conte. Stanno facendo un pasticcio istituzionale da cui difficilmente usciranno. Per noi i parlamentari si devono tagliare, prima o dopo la sfiducia a Conte. Quando si va a votare lo decide il presidente della Repubblica che fino a prova contraria è Sergio Mattarella».
«Nessuna rinegoziazione degli accordi con la Lega, assicura Stefano Patuanelli», capogruppo al Senato per il Movimento 5 Stelle a In Onda su La7.
«Quando due persone firmano un contratto dicendo che dura cinque anni, poi uno dei tradisce con l’inganno, che amicizia ci può essere? Gli amici sono leali sempre. Salvini mi chiama ‘l’amico Luigi Di Maio’? D’ora in poi sarà bene chiamarci per nome e cognome e basta». Così il vicepremier M5S all’uscita di Montecitorio. Di Maio non ha risposto alla domanda se oggi in Senato sia nata una nuova maggioranza Pd-M5S.
Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato per il Movimento 5 Stelle a In Onda su La7: «Difficile che questo governo possa restare in piedi. Noi siamo qui oggi perché a camere chiuse, l’8 agosto, Salvini ha deciso di aprire una crisi di governo senza che nessuno sappia il motivo vero». Andare all’incasso, dicono i retroscena mai smentiti. «Ma c’è un paese in sofferenza», chiosa Patuanelli.
«È chiaro che da regolamento se la crisi verrà aperta non si potrà fare anche il taglio del numero dei parlamentari. Per questo ci aspettiamo dalla Lega un chiarimento: dica se vuole aprire la crisi adesso o vuole fare il taglio dei parlamentari. La scelta è loro». Lo ha detto il capogruppo M5s alla Camera, Francesco D’Uva commentando l’esito della capigruppo sul nuovo calendario della Camera.
Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato per il Movimento 5 Stelle a In Onda su La7: «Il governo caduto? Otto giorni fa è stata votata la fiducia e sembra un secolo. In questo momento il presidente del Consiglio ha pieni poteri. Ritirino la mozione di sfiducia, che sarebbe una sfiducia a un governo che vede ancora sette ministri leghisti in carica»
«Voglio dirlo chiaramente: il taglio di 345 parlamentari è un obiettivo di questa legislatura, prima o dopo la sfiducia a Conte per noi i parlamentari si devono tagliare. Quello che succede il giorno dopo lo decide il presidente della Repubblica, non lo decidiamo noi. Quello che sto vedendo non è una forzatura istituzionale, c’è veramente un’ignoranza istituzionale». Così Luigi Di Maio uscendo dalla Camera dei deputati.
«Ecco a voi la nuova ‘maggioranza della poltrona’: M5S, Pd e Leu votano tutti compatti per rimandare il più possibile le elezioni. Un mega inciucio che unifica tutti i movimenti di sinistra decisi a non dare la parola agli italiani ed evitare la probabile affermazione delle forze sovraniste. Per Fratelli d’Italia il popolo è sempre sovrano. Elezioni subito per dare all’Italia un Governo forte e coeso che possa far ripartire l’economia, creare posti di
lavoro, garantire la sicurezza e difendere i nostri confini». Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, postando la foto del tabellone elettronico del Senato sull’esito del voto sul calendario dei lavori.
Giovedì 22 agosto nel pomeriggio arriverà in Aula alla Camera la riforma costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
«La smania di potere, e di poltrone, ha dato la testa a Salvini che dice di voler andare immediatamente al voto per il bene dell’Italia. La realtà, però, è ben diversa: la sua proposta di tagliare il numero dei parlamentari, andando a votare il giorno dopo e quindi con l’impianto attuale, si ripercuoterebbe in maniera pesante sulle tasche degli italiani. Ammesso e non concesso che il prossimo governo duri in carica cinque anni la sua proposta, che non è quella discussa in fase di stesura del ‘vecchio’ contratto di governo, in prospettiva, rischia di costare 500 milioni di euro. Per chi non avesse la calcolatrice sotto mano parliamo di 100 milioni l’anno, 8,3 al mese e 300 mila al giorno. C’è ancora qualcuno che crede nella buona fede del ministro dell’Interno?». È quanto dichiara, in una nota, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera e tesoriere del gruppo a Montecitorio Sergio Battelli del M5S.
Renzi interviene nuovamente sulla giornata con un post su Facebook. «Omonimo, dimettiti», conclude. «Salvini ha provocato una crisi assurda. Ha chiesto un voto in Parlamento e ha perso. Il tabellone del Senato parla chiaro. In un Paese civile quando si perde una sfida politica, ci si dimette: fa male, lo garantisco, ma è giusto così. Salvini tiene troppo alla poltrona e al suo staff pagato dal contribuente: dunque non si dimette e torna sul taglio dei parlamentari che ancora ieri definiva “SalvaRenzi”: secondo me l’eccesso di mojito inizia a fare effetto. Chi gli vuole bene, lo faccia riposare. E poi lo faccia dimettere. Perché quando si perde, ci si dimette: io ci sono passato, so che fa male, ma è giusto così». «Vai a casa, omonimo. O in spiaggia. Ma lascia il Viminale, hai perso».
Matteo Salvini: «Sto ricevendo centinaia di messaggi di incoraggiamento sulla linea decisa oggi, sul taglio dei parlamentari ed elezioni il prima possibile per il bene del paese e ne sono felice. Nel pieno rispetto delle prerogative del Quirinale conto che gli italiani possano eleggere il nuovo parlamento che dia vita a un governo in grado di far ripartire il Paese», dice il leader della Lega attraverso l’ufficio stampa del partito. Salvini domani sarà a Genova, in occasione dell’anniversario del crollo del ponte Morandi, per le celebrazioni di commemorazione delle 43 vittime.
«Salvini oggi ha perso ed è stato sconfitto», dice a La7 Andrea Marcucci del Pd. «Non è una nuova maggioranza, non può esserlo. «Non è stata neanche aperta la crisi, che si aprirà auspico dopo il 20. Sotto la guida del presidente della Repubblica si aprirà un percorso. Di certo lItalia è stata messa in ginocchio da questo governo a trazione salviniana. I 5 stelle sono il maggior gruppo parlamentare e quindi credo nessun governo sia possibile senza di loro. Mi sembra che il dibattito all’interno del Pd, che voi giornalisti considerate folkloristico, vada in questo senso».
«Come previsto, il Senato non si Lega al sen. min. Salvini (che non è presidente di nulla). La crisi di Governo sta tornando sui binari istituzionali, quelli in cui il Parlamento conta più del PapeeteBeach». Lo scrive su Twitter il senatore Pietro Grasso (Leu) – che dell’Aula di Palazzo Madama è stato presidente nella scorsa legislatura – al termine della seduta del Senato di oggi.
Come previsto, il #Senato non si Lega al sen. min. #Salvini (che non è #presidente di nulla).
— Pietro Grasso (@PietroGrasso) August 13, 2019
La #CrisiDiGoverno sta tornando sui binari istituzionali, quelli in cui il #Parlamento conta più del #PapeeteBeach.
«L’ipotesi di alleanza pensata da Renzi tra Pd e Cinquestelle? Mi sembra una cosa francamente surreale che gli elettori non potranno capire. Fino a ieri abbiamo detto che i 5S erano incapaci di governare il Paese, erano rischiosi per la democrazia e, sostanzialmente, erano come la Lega. E tutto questo lo ha detto Renzi per primo, almeno finché non c’era il rischio di perdere la poltrona con le elezioni». Lo dice Carlo Calenda di ‘Siamo Europei’ allo
speciale del GR1 ‘Diaro della Crisi’, in onda su Rai Radio1.
«Guarda caso, 48 ore dopo la crisi di governo tutti hanno questa paura e sono pronti a fare l’alleanza col M5S. Si deve andare ad elezioni, con coraggio, mettendo insieme un grande rassemblement che abbia un programma chiaro – prosegue l’eurodeputato -. Come si fa, in soli due mesi, a metter su un fronte democratico compatto in grado di battere la Lega Ricominciando a parlare coi cittadini nel modo corretto: abbiamo la responsabilità di ricominciare a parlare di Sanità, lavorare sull’Istruzione, perché questo è il lavoro della politica. È incredibile che Renzi dicesse solo 3 settimane fa che non si voleva alleare coi 5S, quando non c’era il rischio del voto e tutti facevano i ‘ganassa’, come si dice a Milano. Questa è una roba disonorevole», ha concluso Calenda.
«Non ho visto Berlusconi». Lo afferma il vicepremier Matteo Salvini, a margine della seduta al Senato.
Parla Luigi Di Maio, via Facebook.
«Voglio darvi una buona notizia, dopo le proteste dei cittadini nelle piazze e sui social la Lega ha ceduto sul taglio dei parlamentari, una riforma del MoVimento 5 Stelle e che il Paese aspetta da anni. Settimana prossima tagliamo 345 parlamentari.
Sono ancora seriamente preoccupato per milioni di famiglie italiane e per il rischio che aumenti l’Iva.
Non comprendiamo ancora le ragioni di tutto questo caos improvviso, in pieno agosto, senza senso.
Nessuno capisce i motivi di chi sta tentando di portare l’Italia sull’orlo del precipizio mentre i cittadini, invece, chiedono giustamente risposte.
Ma l’ho già detto: ognuno è artefice del proprio destino e certe cose si pagano.
Il MoVimento si è sempre comportato con correttezza e lealtà, facendo il meglio per gli italiani. Ci basta sapere questo.
Ad ogni modo ho sentito dire ai leghisti, in un momento di euforia, che taglieranno anche gli stipendi dei parlamentari.
È giusto però che i cittadini sappiano che una proposta in tal senso già c’era, è nostra e la Lega l’ha bloccata per un anno.
Solo uno stupido però non cambia mai idea. Si può cambiare idea una e, come in questo caso, anche due volte, per carità.
Abbiamo fatto 30, facciamo 31!
Tagliamo 345 parlamentari e contestualmente dimezziamo anche gli stipendi di deputati e senatori.
Facciamolo subito. In ufficio di presidenza della Camera abbiamo ancora la maggioranza, non serve neanche convocare le Camere. Bastano un paio d’ore e buona volontà. 20 deputati.
Infine una cosa: non mi sono mai piaciute quelle persone che fanno gli amici di tutti. Per me l’amicizia è una cosa seria, è un valore fondamentale nella vita, straordinario. E soprattutto, i veri amici sono sempre leali…
Per quanto riguarda il voto, il MoVimento 5 Stelle è nato pronto, ma è il Presidente della Repubblica il solo ad indicare la strada per le elezioni. Gli si porti rispetto».
Salvini trova quindi il blitz: proporre quanto caro ai 5 Stelle, il taglio dei parlamentare, per vedere cosa fanno i grillini: accettano di andare subito al voto o no?
Il Senato vota. Salvini no, è fuori con i giornalisti. La proposta di Romeo e della Lega di votare domani la sfiducia a Conte domani non passa. Il dibattito in aula ci sarà il 20.
Video Alexander Jakhnagiev/Vista
Salvini è uscito dall’aula e sta parlando ai giornalisti. «Senza la Lega il taglio dei parlamenti non sarebbe passato. Ora vediamo se Di Maio accetta. Tagliamo e poi subito al voto».
Parlano per la prima volta i 5 Stelle con Stefano Patuanelli. «Rispondo a Salvini, che non vedo più: noi alleanze non abbiamo in previsione di farne con nessuno. Non credo si possa dire altrettanto guardando dall’altra parte dell’emiciclo. Non abbiamo paura di andare al voto. Abbiamo criticato la proposta di calendarizzare la sfiducia domani perché è uno sgarbo istituzionale e perché domani è l’anniversario Morandi e qui dovevamo parlare della revoca alla concessione ad Autostrade. Salvini ha tolto qualsiasi valenza al dibattito in corso. La proposta di votare il taglio parlamentare è possibile solo se domani non viene votata la sfiducia al governo. Quindi mi aspetto che venga ritirata la proposta di Romeo e Lega per la sfiducia».
Lucio Malan, di Forza Italia, sposa la proposta di Larussa: «Accelerare il calendario».
Twitta Matteo Renzi.
Salvini ha fatto un intervento di 10 minuti e mi ha citato 13 volte. Renzi, Renzi, Renzi… O è innamorato o è ossessionato. O tutti e due #CapitanFracassa
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 13, 2019
La Lega voterà oggi a favore in capigruppo alla Camera alla modifica del calendario che chiederanno i 5 stelle per anticipare l’esame e il voto finale della riforma che taglia il numero dei parlamentari già la prossima settimana. È quanto riferiscono fonti della Lega.
Luca Ciriani, Fratelli d’Italia: «Votare subito la mozione di sfiducia a Conte e andare al voto. Noi siamo pronti per votare il taglio dei parlamentari, purché non diventi un alibi per allungare la vita della legislatura».
Parla Loredana De Petris di Liberi e Uguali per il gruppo Misto. «Siamo in una democrazia parlamentare e non in una democrazia sondaggista. Se il presidente del Consiglio chiede di riferire alle camere, è dovere istituzionale mettere all’ordine del giorno le sue comunicazioni». E ancora: «Non possiamo essere convocati da uno stabilimento balneare o dalla spiaggia. Ci sono delle regole. Siamo stati “invitati” qui con epiteti che non avete voluto censurare. E noi siamo qui a fare il nostro dovere. La nostra posizione è la decisione della capigruppo: Conte il aula il 20 con le sue comunicazioni». Salvini «invoca le elezioni ma pensa di poterle gestire dal Viminale. Inaudito. Non dubitiamo che non abbia paura del voto: lei non ha paura del voto. Solo dei processi. Lei è l’uomo che si rimette al popolo, ma non ai magistrati. Propone il taglio dei parlamentari? Venga qui con coraggio e i documenti della giunta per le immunità e vada a processo. Lei in questi mesi ha avuto un ruolo nefasto per il paese: ha alimentato odio e rancore. Lei non ha rispetto della democrazia e dei nostri valori costituzionali».
Parla Andrea Marcucci del Pd. «È così abbronzato perché è un assenteista al Viminale come lo era all’Europarlamento», dice Marcucci riferendosi a Salvini. «Per noi oggi è una bella giornata: mettere fine ad un governo a trazione Salvini-Lega rappresenta una bella giornata. Tale è forte il suo anti-renzismo che si è dimenticato di essere stato lui il capo del governo per un anno e quattro mesi. Che deride e calpesta le istituzioni, con minacce pesanti anche nei confronti del Parlamento in queste ore». E ancora: «Lei ministro Salvini non ha paura di noi e fa bene perché noi crediamo alla democrazia. Io invece ho paura di lei, dell’Italia che lei vorrebbe, dei suoi modi. Questa crisi verrà aperta con i tempi e i modi dovuti».
Nel chiudere in suo intervento, tra le urla dei senatori e delle senatrici del Partito democratico, Matteo Salvini cita Paolo Borsellino: «Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola».
«Agli amici dei 5 Stelle dico: missione accettata. Tagliamo i parlamentari e andiamo al voto il giorno dopo», dice Matteo Salvini. «Chi ha paura di votare vuol dire che ha la coscienza sporca», dice Salvini riferendosi a Matteo Renzi. Scatta la bagarre in aula. «Amici dei 5 stelle, prima di allearvi con questa squadra pensateci tre volte», dice parlando del Pd.
«Prima si vota prima si sterilizza l’aumento dell’Iva», dice Salvini. «In questi giorni per scelta non ho risposto alla marea di insulti, calunnie e minacce. Sono abituato e l’ho fatto con orgoglio insieme al presidente della Regione Lazio Zingaretti con le minacce dei Casamonica».
«Non capisco, visto che per bocca del senatore Renzi avete già vinto, tutta questa maleducazione», esordisce Matteo Salvini di fronte alla bagarre dell’aula. L’Italia «vuole avere certezze, e cosa c’è di più democratico e trasparente e bello che dare la parola al popolo? Non capisco questa paura e questo terrore. Lo capisco da parte di Renzi: fossi in lui mi agiterei perché con i disastri che ha fatto sa che gli italiani lo manderebbero a casa. Comprensibile che sia qui col vinavil attaccato alla poltrona. Raccolgo alcune proposte. Ho sentito Di Maio più di una volta in questi giorni ribadire la proposta di votare il taglio dei parlamentari. Voteremo per anticipare il taglio dei parlamentari, settimana prossima si tagliano e poi si va subito al voto. Noi ci siamo».
«Vogliamo votare il prima possibile la sfiducia», dice la presidente del gruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini. «Da subito: chiediamo che il calendario sia seguito dalla votazione per la mozione di sfiducia. Siamo vera opposizione». La «barzelletta si vedrà la prossima settimana, quando il partito di Bibbiano e quello del VaffaDay si metteranno insieme». Insomma, la proposta di Bernini è votare la mozione di sfiducia della Lega subito dopo questa procedurale sul calendario.
Ecco la diretta di Senato TV.
Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo conferma la richiesta di far venire in aula il premier Giuseppe Conte domani alle 16, dopo gli appuntamenti istituzionali a un anno dal crollo del ponte Morandi. Anche Ignazio Larussa, per FdI, chiede il cambio di data a domani.
Sta per cominciare la seduta del Senato, è arrivata la presidente Elisabetta Casellati
Renzi e Salvini si salutano al momento dell’arrivo nell’aula di palazzo Madama.
Matteo Salvini parlerà tra poco in aula e «sarà un intervento incandescente», racconta Alessandra Sardoni su La7 dopo aver incrociato il ministro dell’Interno. Ha detto anche che non ritirerà la delegazione leghista al governo. «Non per il momento».
«Salvini mi ha fatto una bellissima telefonata nella notte del referendum. Vorrei fare la stessa, identica, considerazione a parti invertite, ora che lui ha perso una battaglia», dice ancora il senatore Pd Matteo Renzi in conferenza stampa al Senato. «Io ho fatto un patto con Grillo? Sono passato da ebetino ad avvoltoio ma questa è una medaglia che mi metto al petto».
«Non ho fatto questa proposta perché volevo parlare all’interno del Pd, non voglio sciuparla con il dibattito interno». L’Italia, dice «è cambiata. Siamo in presenza di un vicepremier che da una spiaggia, tra una cubista e una bevuta, decide di fare la crisi. Nessuno fiata sul fatto che dica di volere pieni poteri. Spero che i costituzionalisti si sveglino. Il mio appello è serio e istituzionale per bloccare l’aumento dell’Iva, verificare la riforma costituzionale e impedire ai cittadini di subire la crisi. C’è un vicepremier e ministro dell’Interno che fa rischiare la recessione con l’aumento dell’Iva, che ha strumentalizzato i valori più significativi e che chiede pieni poteri, non c’è possibilità alcuna di stare alla finestra a dire ‘il tempo è galantuomo’ o ‘avevamo ragione noi’. Il mio è un appello serio” per un nuovo esecutivo, “che non si impicca alle formule, è un governo che deve mettere mano sicuramente all’Iva e ad altre mille questioni aperte», sottolinea.
Io vedo il Pd che ha decisamente aperto, che c’è discussione in corso», dice rispondendo a chi chiede cosa succederebbe se il Pd dicesse no all’accordo per un governo istituzionale.
Immediata la replica a mezzo social di Matteo Salvini. «Oggi in Senato ci sarà un’altra maggioranza” dice Renzi», scrive il leader della Lega su Facebook. «Pattodellapoltrona Renzi-Grillo. Io invece chiedo una cosa semplice semplice: parola agli Italiani, lasciateli votare! 🇮🇹»
«Io non darò alibi a nessuno per fare saltare l’accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile». Così Matteo Renzi in conferenza stampa al Senato. «Contro la deriva del Papeete c’è la democrazia parlamentare».
«Siamo di fronte a un fatto clamoroso che non va sottovalutato – ha detto Renzi in conferenza stampa dal Senato – la prima crisi in pieno Ferragosto nella storia della Repubblica», e «da ex presidente del Consiglio ho voluto lanciare un appello alle forze politiche che oggi ha lo spazio per poter essere accolto. Toccherà ai segretari di partito e ai capigruppo» vedere come ma «è evidente l’occasione, testimoniata dal voto sul calendario».
«Alzate le terga – ha continuato Renzi – come ha detto il ministro dell’Interno, e raggiunta Roma i senatori scoprono che il ministro dell’Interno non vuole votare oggi in Senato perché si è accorto che è in minoranza».
L’ex premier ha inoltre accolto le “condizioni” di Zingaretti: l’unità del partito e che a gestire la crisi sia la segreteria del Partito. Ha inoltre chiarito che non darà «alibi a nessuno per fare saltare l’accordo che il tabellone di Palazzo Madama mostrerà stasera essere possibile».
«Ho parlato da ex presidente del Consiglio: l’Italia rischia la recessione. I segretario del Pd ha tutti i diritti e i doveri di gestire questa fase insieme ai capigruppo. C’è una discussione aperta con toni anche diversi, mi ha fatto riflettere Bettini. Decideremo, valuteremo, sono molto rispettoso del dibattito nel Pd ma da ex premier dico che rischiamo la recessione».
Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Due pacchi, contenenti eroina sono stati recapitati a Palazzo Chigi e al Nazareno, la sede del Pd. Si tratta di due buste gialle senza mittente indirizzate al Premier Conte e al segretario dem Zingaretti. Gli artificieri hanno rinvenuto la droga, dello stesso tipo nelle due buste. Si sospettava la presenza di esplosivi.
La direzione del Partito Democratico è stata convocata per mercoledì 21 agosto alle 11. La convocazione, da parte del presidente del partito Paolo Gentiloni, ha all’ordine del giorno la crisi di governo e varie ed eventuali
Il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio si è trasferito a lavorare a Palazzo Chigi prima di avviarsi a Genova dove arriverà in giornata per partecipare domani alla cerimonia di commemorazione delle vittime del crollo del ponte Morandi.
Di Maio, a quanto si apprende, si sente in continuazione con Beppe Grillo e in questi giorni si sono susseguiti contatti e incontri con lo stato maggiore del Movimento (Alessandro Di Battista, Paola Taverna, Stefano Patuanelli,Nicola Morra ed anche Massimo Bugani). Di Maio è inoltre in stretto contatto telefonico con il presidente della Camera Roberto Fico.
Dal vertice di Forza Italia a Palazzo Grazioli sembra arrivare uno stop all’alleanza elettorale con la Lega. Secondo quanto trapela dal summit gli azzurri sarebbero contrari a qualsiasi ipotesi di accordo con Matteo Salvini che comporti una lista elettorale unica.
Matteo Renzi, in un’intervista al Tg2 chiarisce la sua posizioni sull’ipotetico governo con il Movimento 5 Stelle: «Se i partiti vogliono litigare litighino pure ma prima mettiamo i conti in salvo». Alla domanda se si potrebbe fare un governo di legislatura, Renzi risponde: «Non mi impicco a una formula o l’altra, per me la priorità è portare a casa l’abbassamento delle tasse ed evitare che l’Italia vada in recessione. Le formule dipenderanno dal dibattito tra i partiti».
Via Facebook anche l’invettiva di Matteo Salvini, che dal suo studio al Viminale, smentendo quindi anche le voci sulle dimissioni dei ministri del Carroccio per accellerare la crisi, attacca i 5 Stelle sul tema immigrazione. «Spero che per salvare la poltrona i 5 Stelle non facciano un governo con Renzi perché – scrive Salvini – torneremmo ai 500mila sbarchi che il Pd “regalò” agli Italiani negli anni passati».
Il M5s ha formalizzato la richiesta di anticipazione della discussione della legge per il taglio del numero dei parlamentari. Lo ha annunciato Luigi Di Maio in un post su Facebock: «Sono qui con Francesco d’Uva, il nostro capogruppo alla Camera dei Deputati. Abbiamo appena inviato al Presidente della Camera la nostra richiesta per calendarizzare urgentemente in Aula il taglio di 345 parlamentari – in base all’articolo 62 della Costituzione», scrive il ministro del Lavoro che ora attende di vedere «cosa succede oggi alle 18 in conferenza dei Capigruppo».
In vista dell’incontro con la Lega, i vertici di Forza Italia si sono riuniti a Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi.
Il segretario dem Nicola Zingaretti, con un video su Facebook richiama il partito all’unità (riferendosi evidentemente alle voci di una scissione della corrente renziana) e si dice pronto a ogni evenienza. «Ora, io credo- dichiara Zingaretti – è il momento dell’unità e dell’allargamento delle forze per farci trovare pronti ad ogni evenienza. Mi batterò fino in fondo per raggiungere questo obiettivo».
Dario Franceschini apre a un governo di legislatura con il Movimento 5 Stelle. La posizione dell’ex ministro, che era stato descritto nei scorsi giorni come un pontiere fra le posizioni di Renzi e Zingaretti, ha avanzato la sua proposta attraverso un tweet in cui caldeggia la proposta arrivata da Goffredo Bettini in un’intervista al Corriere della Sera.
In copertina Luigi Di Maio. ANSA/Angelo Carconi
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