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I tre ballisti: Di Maio, Renzi e Salvini. Quando la coerenza è un optional

13 Agosto 2019 - 22:23 OPEN
Smentire le proprie parole del giorno prima? In politica succede, eccome. Soprattutto in tempi di crisi di governo

E niente: questa crisi di governo – come spesso accade, d’altro canto, in politica – non si sta distinguendo per coerenza delle parti. Per tutti gli attori in campo, naturalmente.

«Il taglio dei parlamentari è un SALVA-RENZI. Fino all’anno prossimo non si potrebbe più tornare al voto, e la coppia Renzi-Boschi (che ha sempre votato contro) salverebbe la poltrona. Capito? Una volta mandati a casa questi sciagurati, non solo tagliamo poltrone ma anche stipendi».

Questo quello che twittava Matteo Salvini solo ieri. Oggi, 13 agosto, lo stesso Matteo Salvini propone agli ex alleati di governo di raccogliere proprio quella proposta di taglio dei parlamentari.

L’altro Matteo, l’ex premier Renzi, twittava il contrario di oggi solo con qualche giorno in più di distanza: «Quali sarebbero questi valori condivisi? Io non vedo valori in comune con chi mette in discussione i vaccini e in dubbio l’allunaggio. O con chi dice che il @pdnetwork è il partito che rapisce i bambini. Stamani a La7 con Gaia Tortora 6/6 #Omnibus», diceva Renzi il 23 luglio scorso.

Oggi, 13 agosto, Matteo Renzi in conferenza stampa ha spiegato: «Salvini è in minoranza, si dimetta. Serve un governo di forze responsabili. I numeri ci sono». Una maggioranza alternativa, con Pd e M5s.

Infine Luigi Di Maio. «Ricordo che la Lega ha votato con il PD, col partito che in Emilia toglieva i bambini io non voglio avere nulla», diceva il 18 luglio scorso. «Mai col partito di Bibbiano» – definizione per cui il vicepremier è stato querelato dal Partito democratico.

Video Luigi Di Maio Facebook/Agenzia Vista

Oggi, 13 agosto, il M5S guidato da Luigi Di Maio ha votato insieme al Pd contro lla proposta – portata in aula dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – di votare già domani la mozione di sfiducia – sempre leghista – a Giuseppe Conte. 

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