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Salvini e la tentazione del “soli contro tutti” (che fu fatale all’altro Matteo)

15 Agosto 2019 - 12:53 OPEN
Il ministro dell'Interno e la chiamata la chiamata via social al «tutti contro di noi» e al «siamo i soli dalla parte del popolo italiano»

In questi giorni, e soprattutto in queste ultime ore dominate dal nuovo braccio di ferro su Ong e migranti, Matteo Salvini ha ulteriormente accentuato la chiamata via social al «tutti contro di noi», al «siamo i soli dalla parte del popolo italiano».

Stamattina su Facebook è stato ancora più esplicito: «Sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col PD al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà».

Un mazzo di avversari a 360 gradi: le Organizzazioni non governative, il Tar del Lazio (e retrospettivamente i magistrati di Agrigento), l’immancabile Unione europea e la ministra della difesa, Elisabetta Trenta, a cui in un altro post ha rimproverato un uso improprio del sentimento umanitario («Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. È grazie a questo presunto concetto di “umanità” che negli anni dei governi Pd l’Italia è diventata il campo profughi d’Europa. Per me umanità significa investire seriamente in Africa, non certo aprire i porti italiani»).

Il campo degli avversari indicati dal leader leghista si fa sempre più affollato. Forse almeno in questo dovrebbe ricordare la lezione di un altro Matteo che si sentì invulnerabile dopo una super vittoria alle elezioni europee e sfidò tutti gli altri, convinto di avere il popolo dalla sua, e che fosse impossibile vedere uniti contro di lui personaggi così diversi e contraddittori. Una “accozzaglia”, li definì quel Matteo: che però da quei “tutti contro uno” fu sconfitto. Ricordate?

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