Se Google “ruba il lavoro” ai siti di offerte di impiego. Il nuovo problema con l’Antitrust di Mountain View
Con una lettera inviata a Margrethe Vestager, commissaria europea per la Concorrenza, 23 portali di ricerca di lavoro puntano il dito contro Google, richiedendo di bloccare in modo provvisorio le attività ritenute anticoncorrenziali del colosso di Mountain View.
Secondo quanto riferito da Reuters, a essere oggetto della discordia sarebbero le pratiche anticoncorrenziali di Google for jobs, l’estensione attraverso cui il colosso di Mountain View aggrega le offerte di lavoro presenti su altri portali dedicati agli annunci di impiego. Il servizio, nato due anni fa, è attivo in Spagna, Germania, Francia e Regno Unito.
Perché si richiede l’intervento dell’Antitrust
Le 23 società hanno evidenziato come Google proponga tra i primi risultati di ricerca le proposte di lavoro gestite dalla propria applicazione, a discapito di quelle della concorrenza, posizionate più in basso.
Inoltre, a richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori, c’è anche il problema della completa disintermediazione tra datore e persona alla ricerca di lavoro, bypassando in toto le società intermediarie specializzate nel settore delle risorse umane.
La lettera contro Google
«Google – si legge nella lettera inviata alla commissaria Vestager – offre anche direttamente i suoi servizi ai reclutatori e adempie quindi alle funzioni tipiche di un portale di annunci. In tal modo, Google sta tentando di aggirare e alla fine servire da sostituto per i portali di annunci. In effetti, alle nostre spalle, i team di vendita di Google si stanno già attivamente e direttamente avvicinando ai nostri clienti e acquisendo reclutatori come clienti chiave».
La difesa di Google
Google, attraverso le parole di Nick Zakrasek, senior product manager di Google Search, ha tentato di correre ai ripari: «Qualsiasi provider (da singoli datori di lavoro a piattaforme di job listing) può utilizzare lo strumento, e molti di loro hanno visto un incremento significativo nel numero di applicazioni ricevute».
«Migliorando l’esperienza di ricerca – si legge ancora nella nota – siamo in grado di generare più traffico verso i vari siti, supportando un ecosistema sano per la ricerca di lavoro».
Foto copertina: Ansa | Google
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