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Open Arms, parla l’avvocato che ha vinto al Tar: «Ricorso sul Dl Sicurezza bis? Cosa non ha calcolato Salvini» – L’intervista

17 Agosto 2019 - 18:15 Angela Gennaro
Arturo Salerni, avvocato da sempre impegnato in battaglie per i diritti umani, è ad Agrigento per seguire da vicino la situazione della Open Arms bloccata davanti a Lampedusa

È sua, tra gli altri – dell’avvocato Arturo Salerni – la firma sulla vittoria della battaglia legale che, per la prima volta, ha visto un tribunale amministrativo, il Tar del Lazio, annullare il divieto di sbarco per una nave ong – la Open Arms – in Italia voluto dal ministro Matteo Salvini e controfirmato dai suoi colleghi del M5S Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta ai sensi del decreto sicurezza bis.

Arturo Salerni, avvocato da sempre impegnato in battaglie per i diritti umani, è ad Agrigento per seguire da vicino la situazione della Open Arms bloccata davanti a Lampedusa.

Ieri ha consegnato un lungo esposto al Procuratore aggiunto Salvatore Vella con il quale si chiede di accertare, in relazione al blocco della nave, se ci sia e ci sia stata l’integrazione dei reati di sequestro di persona, violenza privata, abuso d’atto d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio a carico di coloro che stanno impedendo l’attracco dell’imbarcazione. E chiede anche in via urgentissima l’autorizzazione allo sbarco viste le condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza sia dei passeggeri che dell’equipaggio. Ora lo sbarco dei 27 minori non accompagnati.

L’avvocato Arturo Salerni/Facebook

Il Tar ha dato ragione a Open Arms, permettendole di entrare in acque italiane, annullando il divieto in virtù della «situazione di eccezionale gravità ed urgenza» a bordo della nave.

Avvocato, il ministro Salvini ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. Cosa accadrà?

Il ricorso al Consiglio di Stato non ci è stato ancora notificato. Ma credo che ci siano dei problemi per farlo. Alla fine, di fatto, tocca al presidente del Consiglio decidere se dare mandato all’avvocatura dello Stato: soprattutto di fronte a un conflitto, la questione va al premier. E non mi pare che le posizioni siano univoche… Ecco perché mi sembra che, da questo punto di vista, la situazione sia ferma. Di certo noi ancora non abbiamo avuto notifica.

Qual è la situazione a bordo della nave?

Sono a bordo i medici e gli ispettori inviati dalla procura della Repubblica: ho parlato stamattina con il sostituto procuratore. Open Arms ha mandato un rapporto dettagliato sulla insostenibilità della situazione, non solo in relazione ai minori a bordo ma che riguarda la situazione complessiva della nave. Abbiamo servizi igienici saltati, in una situazione sanitaria e psicologica complessiva sempre più complessa e al limite dell’ingestibilità. Persone allo stremo. La procura mi sembra disponibile a trovare una soluzione a tutto, ora stanno facendo un’ulteriore ispezione.

Salvini insiste sul fatto che la nave doveva andare in Spagna e che la giurisdizione fosse di Madrid, visto che Open Arms batte bandiera spagnola.

Mi pare che il Tar abbia affermato che la gestione era nostra: era un atto italiano a impedire l’ingresso in acque italiane. Il tribunale dei minori poteva avere problemi di giurisdizione in acque internazionali, anche se, pure lì, noi sostenevamo il contrario. E, come noi, lo pensava il Garante nazionale delle persone private della libertà, che segue con preoccupazione gli sviluppi della situazione e che ha inviato un lungo parere motivato al merito. Questo problema comunque non c’è più: ora siamo in acque italiane e il Tar ha ritenuto la propria giurisdizione naturalmente su un atto firmato da tre ministri. La situazione è quella che è: stanno da troppe ore fuori dal porto, qualcuno è stato sbarcato per ragioni mediche. Poi la situazione si è fermata. Il tribunale dei minori ha nominato i tutori per i minori, che ora per fortuna stanno sbarcando. Oggi, con i tutori, siamo stati dal pm. Aspettiamo. Credo che la situazione si sbloccherà nelle prossime ore e so che c’è una disponibilità della prefettura, anche per le altre persone ancora a bordo.

Cè la possibilità che intervenga un provvedimento di sequestro preventivo come accaduto in altri casi passati, per esempio con la Sea Watch 3 e con nave Alex di Mediterranea Saving Humans?

No. Credo piuttosto che si arriverà finalmente a una autorizzazione allo sbarco. Non si sono gli elementi per il sequestro della nave, che è entrata legittimamente in Italia con ordine giudiziale. Più legittimo di così! Non c’è stata alcuna forzatura: Open Arms non ha mai voluto farla. Abbiamo sempre aspettato pazientemente.

Cosa si poteva chiedere, in termini giuridici, alla Spagna?

Distinguerei i piani. Da un lato, a bordo ci sono dei naufraghi che devono essere sbarcati. Distinta e diversa è poi la questione dei percorsi di richieste di protezione internazionale e di ricollocazione nei diversi paesi: una questione immediatamente successiva, ma comunque successiva. Il naufrago, secondo le convenzioni internazionali, ha diritto sbarcare in un porto sicuro nel più breve tempo possibile. Peraltro c’è una situazione di insostenibilità: sono saltati i servizi igienici a bordo. Non si può più tollerare questa situazione. Qualunque sia poi il destino individuale dei singoli naufraghi.

Pensate a ulteriori azioni legali nei confronti del comportamento del Ministero dell’Interno?

Noi vogliamo che la situazione si sblocchi. Le azioni, anche quelle di carattere penale che abbiamo intrapreso – come gli esposti – sono finalizzate a porre fine alla situazione attuale. Poi si vedrà. Vogliamo solo che termini una situazione che riteniamo illegittima, e che siano salvaguardati i diritti di tutti. E anche del nostro povero equipaggio, che veramente non ce la fa più.

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