Open Arms, Salvini si arrende dopo la seconda lettera di Conte: «Ok sbarco minori, scelta del premier»
Sul caso Open Arms, e sui minori a bordo, alla fine Matteo Salvini ha ceduto. E lo ha fatto con una lettera di risposta – la quarta in questo scambio epistolare ai massimi vertici del governo – a quella odierna del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il premier è intervenuto ancora una volta sul caso della nave umanitaria ancora in rada davanti a Lampedusa senza il permesso di entrare in porto e con a bordo 134 persone salvate nel Mediterraneo centrale (dopo che 6 evacuazioni mediche, di giorno in giorno, hanno imposto lo sbarco di chi aveva problemi di salute). In particolare, sulla situazione e sui diritti dei 30 minori ancora nulla nave dopo 16 giorni in mare.
La lettera di Salvini
La risposta di Salvini alla – seconda – lettera di Conte rilancia la palla nella “metà campo” del premier, e scarica di fatto su di lui la responsabilità dell’eventuale sbarco dei minori a bordo tra le persone salvate. Bambini e adolescenti che dichiarano di avere meno di 18 anni: per loro Conte ha chiesto, con due lettere, al ministro dell’Interno Matteo Salvini di concedere lo sbarco.
Del loro destino, risponde il leader della Lega, può decidere invece lo stesso premier Conte.
«Avendo già rimesso in precedenza a Te, in ragione delle tue funzioni di impulso, indirizzo e coordinamento che l’ordinamento attribuisce al Presidente del Consiglio, la valutazione dell’adozione di provvedimenti anche in difformità del mio orientamento, prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms», scrive Salvini.
Se Conte deciderà di sbarcarli, sarà sua responsabilità, è il ragionamento del vicepremier. Dal canto suo, non si opporrà. «Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione».
«La pensiamo allo stesso modo», scrive Salvini. Una nave che batte bandiera spagnola «e che si trova in acque internazionali, è soggetta alla giurisdizione dello Stato di bandiera il quale deve, in via principale, provvedere all’esercizio di tale giurisdizione anche per quel che concerne la tutela e la protezione di coloro che si trovino a bordo, ivi compresi gli immigrati non accompagnati».
Per Salvini «l’imbarcazione con bandiera spagnola di una ong spagnola ha preferito restare in mezzo al Mediterraneo per 16 giorni anziché dirigersi direttamente verso la Spagna. Una scelta politica a danno dell’Italia e sulla pelle degli immigrati, come già successo in passato», è la sua accusa.
La linea del Viminale non cambia, sottolineano fonti del Viminale. Il via libera allo sbarco di quelli che il ministro chiama «presunti» minori è «esclusiva responsabilità del presidente Conte, che sollecitava un intervento quando la nave si trovava ancora in acque internazionali». Mentre Madrid «non muoveva un muscolo, a Roma si moltiplicavano le pressioni, dicono ancora fonti del Viminale». Ma evidentemente, è ancora il ragionamento, l’indirizzo politico di Salvini «è diverso da quello del presidente del Consiglio».
Già lunedì il ministro auspica novità a proposito del ricorso presso il Consiglio di Stato sulla decisione del Tar del Lazio che ha dato il via libera a Open Arms a fare ingresso in acque italiane e arrivare davanti a Lampedusa. Salvini si dice «certo che la linea della fermezza e della difesa dei confini e della dignità dell’Italia è condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese».
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