Zingaretti: «No al “governicchio” a tutti i costi, non ho contatti con M5s»
La posizione del segretario del Partito Democratico prova a essere un più chiara: nessun «governicchio». Il Pd è disposto, secondo Nicola Zingaretti, a non andare subito al voto solo se ci sarà un accordo per un governo che abbia come orizzonte potenziale la scadenza naturale della legislatura. Il chiarimento arriva attraverso un post Facebook sulla pagina dello stesso segretario dm.
Zingaretti, insomma, chiude all’eventualità di un esecutivo che abbia come solo scopo il rinvio delle clausole di salvaguardia e l’aumento dell’Iva e poi traghetti il Paese alle urne: sarebbe un modo, si fa filtrare da fonti del Nazareno, di fare la manovra al posto del governo gialloverde, assumendosi così tutti gli oneri della legge di bilancio davanti all’opinione pubblica, con Salvini a incassare all’opposizione.
Il presidente della regione Lazio inoltre ribadisce che l’eventualità della partecipazione del Pd al governo è condizionata da quello che deciderà il Capo dello Stato a crisi ufficializzata. Scrive Zingaretti: «Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di governo sotto la guida autorevole del presidente Mattarella si potranno verificare, se esistono, le condizioni numeriche e politiche di un governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non a tutti i costi per la paura delle urne».
«Vedremo – aggiunge il segretario del Pd – dopo questo fastidioso ginepraio di parole senza contenuti e senza valori, cosa accadrà martedì nel dibattito aperto dal Presidente Conte».
Nella serata del 16 agosto, alla Festa dell’Unità di Cecina, Zingaretti ha poi aggiunto, in un’intervista a SkyTg24: «Personalmente non ho contatti con i 5 Stelle su nessuna ipotesi di governo; Di Maio decidete qualsiasi cosa, ma decidete». Ha poi ribadito la sua posizione di osteggiare un «governo pasticciato e di corto respiro» ma di essere disponibile, in caso di crisi, a partecipare alla creazione «di un governo diverso, con una larga base parlamentare».
Le parole di Zingaretti sembrano sulla stessa linea di quelli del Capogruppo alla Camera e ex ministro Graziano Delrio che in mattinata aveva avanzato la proposta di un accordo scritto fra gli eventuali futuri alleati Pd e M5S, sul modello della grosse koalition tedesca fra Cdu e Spd.
«Ci si mette a sedere – spiega Delrio – si tratta, si analizza ogni punto per il bene del Paese, convocando le menti migliori, per dare un’impronta diversa. Mai come in questa situazione – ha concluso Delrio – il Pd si mostrerà compatto». Una chiosa ottimistica che sembra allontanare le eterne voci di scissione da parte della corrente renziana. Intanto Carlo Calenda ribadisce la sua contrarietà all’accordo. Via twitter commenta così le parole di Del Rio: «M5S è diventato la Cdu. Altri due tre giorni e inizieremo a paragonare Di Maio a Obama».
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