Balotelli al Brescia con lo sconto fiscale: torna in Italia grazie all’incentivo per i «cervelli in fuga»
L’articolo 5 del decreto crescita, diventato legge il 29 giugno, si intitola «Rientro dei cervelli» ed è già servito a riportare in patria Mario Balotelli. Come conferma la Gazzetta dello Sport, il presidente del Brescia Massimo Cellino ha lavorato nei giorni scorsi con i commercialisti di ambo le parti per finalizzare il contratto triennale che permetterà a Balotelli di indossare la maglia biancoazzurra della sua città natale e al club di beneficiare del decreto Crescita. Un aiuto dal governo Conte di cui stanno godendo tutti i club di Serie A, con l’obiettivo di tornare competitiva rispetto agli altri campionati europei. I 3 milioni che guadagnerà Balotelli (più bonus) peseranno al club solo il 50%, invece che al 100%. Quindi l’aliquota verrà calcolata su 1,5 milioni. Questo è stato consentito dal fatto che il calciatore abbia stipulato un contratto di tre anni, la cui unica clausola di annullamento, che invaliderebbe i benefici del Decreto Crescita, è la retrocessione in Serie B.
Cosa prevede il decreto
Ideato dal governo Renzi per riportare in Italia i ricercatori trasferitisi all’estero, l’articolo 5 del Decreto Crescita prevede sgravi fiscali per quei datori di lavoro che assumono un professionista «riportandolo» in Italia, o per i professionisti stessi che decidono di spostare la propria attività. L’articolo è stato confermato dal governo Conte e anzi, ampliato. Lo sgravio è aumentato e i criteri per ottenerlo sono diventati meno severi. Soprattutto, l’alto titolo di specializzazione dell’impatriato non è più necessario, così come la necessità che questo fosse stato iscritto all’Aire. Ora è sufficiente essere stato residente all’estero per i due anni precedenti ed impegnarsi a rimanere in Italia per almeno due anni solari (tre sportivi) svolgendo la maggior parte dell’attività professionale in Italia. Questo fa sì che possano beneficiare del sussidio anche i calciatori, un effetto forse non del tutto voluto dal governo. Infatti, si è subito provveduto a emendare il decreto. Ora l’aliquota delle squadre di calcio sarà calcolata sul 50% e non sul 30% dell’imponibile e l’ulteriore agevolazione per sud e Isole che avrebbe portato squadre come il Napoli a godere di un eccessivo vantaggio è stata neutralizzata.
L’agevolazione rimane comunque considerevole, dato che nel calcio gli stipendi si negoziano al netto. Il Brescia per esempio si sarebbe trovato a pagare l’aliquota del 43% di Irpef su uno stipendio di 3 milioni (Circa 1,3 milioni) mentre ora la paga su uno stipendio di 1,5 (645.000). Balotelli costerebbe quindi alla squadra 3.645.000 di euro invece di 4,3 milioni. L’acquisto (oramai certo) di De Ligt sarebbe costato alla Juventus qualcosa come 24 milioni di euro lordi, 12 netti. Oggi, invece, la Juve sarà tassata solo al 50% sul netto: De Ligt costerà 18 milioni lordi, non più 24. Ed è forse grazie anche a questo che Mario ha rinunciato all’offerta di volare a Rio, dove il Flamengo gli aveva offerto 15 milioni. Una misura, quella del governo italiano, forse involontaria, ma la cui gemella, all’inizio degli anni 2000, aveva fatto la fortuna della Liga spagnola.