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Governo M5s-Pd, la mossa per incastrare i renziani (e blindare l’accordo), Boccia: «Boschi deve essere ministro»

19 Agosto 2019 - 08:16 Redazione
Francesco Boccia
Francesco Boccia
«Ma se mai dovesse esserci un governo Pd-M5s Matteo Renzi dovrebbe impegnarsi direttamente con il coinvolgimento di personalità a lui vicine come Maria Elena Boschi», dice il deputato Pd

Maria Elena Boschi di nuovo ministra, questa volta di un governo M5S-Pd? A lanciare la proposta – di difficile digeribilità per Luigi Di Maio e tutti i grilini – è il deputato dem Francesco Boccia in un’intervista oggi a Repubblica. «Penso sia più giusto sfidare a viso aperto Matteo Salvini andando al voto», dice Boccia. «Ma se mai dovesse esserci un governo PdM5s Matteo Renzi dovrebbe impegnarsi direttamente con il coinvolgimento di personalità a lui vicine come Maria Elena Boschi», spiega, di fronte alla domanda se si fida dell’ex segretario che propone un governo Pd-5Stelle senza impegnarsi direttamente. «Per Renzi parla la sua storia e tutti possono farsi un’idea».

Di fronte alla proposta di Prodi di una “coalizione Ursula” per uscire della crisi Boccia, 51 anni, spiega che in Italia «avrebbe senso se ci fossero impegni chiari». Con la destra e la sinistra insieme in Europa «sono cresciuti i nazionalismi. Se con la von der Leyen, donna del Ppe, si cambia passo, lo capiremo nei prossimi mesi. Non mi sembra abbastanza per fare nascere un governo in Italia».

«Meglio il voto»

Di fronte alla crisi di governo, per Boccia, è meglio andare al voto. «Per fare chiarezza. Quando si è chiari non si ha mai paura del voto. Oggi o si sta con il lavoro, l’equità, la giustizia sociale o si sta con le destre per i dazi e contro l’Europa. Non c’è una via di mezzo e chi la cerca comprando tempo attraverso la gestione del potere, commette un grave errore politico. Dopo tutto quello che è successo in questi 15 mesi tra M5S e Lega diventa necessario il voto per capire chi vuole rappresentare cosa. E oggi ci sono, in un mondo diverso, le stesse possibilità che ci furono nel 1996 quando tutti davano per vincente Berlusconi ma vinse a sorpresa l’Ulivo di Prodi».

Boccia continua a pensare «che sia stato un grave errore politico di Renzi e Di Maio protagonisti della rottura del 2018 senza neppure un confronto» perché grillini e dem hanno «sensibilità sociali comuni, dall’attenzione all’ambiente all’interesse politico di unire Nord e Sud oltre a un’idea di Europa diversa da Salvini».

Il dialogo però, per il deputato del Pd, è possibile «dopo il voto, se non c’è una maggioranza. Non dopo un governo di destra come quello M5Stelle-Lega esaltato per 14 mesi e poi scaricato dagli stessi protagonisti». Quello di Matteo Renzi, di giocare d’anticipo, «è stato un tragico errore avere aperto a un nuovo governo prima dell’apertura della crisi. E questo per eccesso di protagonismo. Tra l’altro ha dato ai 5Stelle una centralità enorme. Solo dopo l’apertura della crisi e la sintesi del presidente della Repubblica avremmo posto le nostre condizioni nette per una maggioranza di legislatura o voto immediato».

In copertina l’arrivo di Francesco Boccia alla direzione nazionale del Pd, Roma, 18 giugno 2019. ANSA/Alessandro Di Meo

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