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L’educazione civica può aspettare, sfuma il ritorno nelle scuole (per ora): forse nel 2020

19 Agosto 2019 - 09:17 Redazione
Il testo non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro i termini, e questo potrebbe far slittare l'entrata in vigore al 2020

Il ritorno dell’educazione civica slitta al 2020? È l’allarme lanciato dall’Anief, Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori. Come spiega TuttoScuola, per poter essere applicata già da settembre, la legge sulla nuova educazione civica avrebbe dovuto essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro la settimana di Ferragosto. Non è andata così: il termine ultimo era il 16 agosto e quindi «la sua entrata in vigore, trascorsi i rituali 15 giorni, sfora il mese entrando in vigore nei primi giorni di settembre, nel nuovo anno scolastico».

Nel primo comma dell’art. 2 della legge che istituisce l’educazione civica dalla scuola primaria è infatti salcito che «a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica».

Quindi la nuova educazione civica, obbligatoria e con tanto di voto in decimi, «entrerebbe in vigore non subito, ma nell’anno scolastico 2020/21», dice l’Anief. Per il prossimo anno scolastico 2019-20, scrive TuttoScuola, «continueranno ad essere valutate le attività di “cittadinanza e costituzione” per gli alunni del primo e del secondo ciclo, compreso il colloquio dell’esame di maturità».

Il posticipo di un anno permetterebbe comunque al Ministro «di varare con apposito decreto le linee guida di attuazione e permettere agli insegnati di organizzare l’insegnamento che, oltre ad essere ricco di contenuti, prevede la trasversalità degli interventi da parte dei docenti».

I dubbi sulla riforma

Uno slittamento che, per l’Anief, «si aggiunge alle tante incongruenze che hanno accompagnato l’introduzione della disciplina inglobata in altre», che l’associazione ha da tempo definito «random a costo zero». Ovvero: a chi sarà ridotto l’orario per arrivare alle 33 ore annue? Chi la insegnerà? Quali programmi, non essendo ancora una materia? «Si aspetta una risposta del Miur, ma difficilmente i collegi docenti potranno decidere a settembre».

«Stiamo assistendo all’approvazione di una norma che sembra avere effetti più mediatici che sostanziali», chiosa il presidente nazionale di Anief Marcello Pacifici. «Avere tolto delle ore d’insegnamento per fare spazio all’educazione civica è stato il primo errore».

Poi, «si è deciso di lasciare ai collegi la responsabilità di decidere a chi affidare le 33 ore di lezione annue: cosa accadrà nei tanti prevedibili casi in cui nell’organico dell’autonomia non vi sono docenti che hanno competenze per insegnare la materia che, soprattutto nella secondaria, non può essere di certo improvvisata?», si chiede Anief. Anche la possibilità di ‘spalmare’ l’insegnamento a più docenti «appare superficiale. Come ancora nulla si sa sulla formazione da attuare. Adesso arriva il possibile slittamento di 12 mesi: peggio di così, non si poteva fare».

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