Open Arms ispezionata: emerse gravi anomalie. La nave non può lasciare Porto Empedocle
La nave Open Arms, dell’omonima Ong spagnola, è giunta ieri a Porto Empedocle (Agrigento). Sotto sequestro, è stata ispezionata dai militari della Guardia Costiera e dalle verifiche sono emerse una serie di gravi anomalie relative alla sicurezza della navigazione, al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino, al training e alla familiarizzazione dell’equipaggio con le procedure di emergenza previste a bordo.
Le anomalie – fa sapere la Guardia Costiera – hanno comportato l’immediato fermo amministrativo dell’imbarcazione a Porto Empedocle che, pertanto, non potrà lasciare lo scalo fino alla eliminazione delle irregolarità tecniche e operative rilevate durante l’attività ispettiva.
Lo sbarco dei migranti
All’una di notte si è conclusa l’odissea della Open Arms, la nave della Ong spagnola da 19 giorni in mare e ferma davanti al Porto di Lampedusa. Gli ultimi 83 migranti presenti sulla nave sono stati fatti sbarcare e, dopo un rapido controllo medico, sono stati accolti nell’hotspot dell’isola siciliana.
Benvenuti. Finalmente. #OpenArms #Lampedusa @openarms_it pic.twitter.com/FlDmxu8Cg5
— Mediterranean Hope (@Medhope_FCEI) August 20, 2019
La situazione si è sbloccata grazie all’intervento del procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio che, dopo esser stato a bordo della nave accompagnato da due medici, due consulenti della Procura agrigentina e una psicologa, ha descritto la situazione a bordo come «esplosiva», disponendo il sequestro dell’imbarcazione e ordinando l’immediata evacuazione dei migranti a bordo.
Cuando la humanidad pasa por encima de la sinrazón (📽=@cosimocaridi) pic.twitter.com/EynIB9FhMr
— Ane Irazabal (@AneIrazabal) August 21, 2019
«Finalmente l’incubo finisce e le 83 persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra» ha scritto l’Ong su Twitter.
La relazione dei pm
Nella relazione tecnica – visionata dall’Adnkronos – è emerso che a bordo della nave era presente «un clima di altissima espressione in cui la percezione di morte rispetto a un eventuale rimpatrio e la speranza di vita, anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separa dall’isola di Lampedusa, non lascia più possibilità di valutazione del rischio individuale e collettivo, né, da parte di terzi, la possibilità di arginare o contenere una ulteriore estensione di situazione psicopatologiche di dissociazione nevrotica e/o psicotica».
Aperta inchiesta
Contemporaneamente, la procura ha confermato che è stata aperta una nuova inchiesta penale che, ancora una volta, potrebbe risalire fino al ministero dell’Interno. L’inchiesta al momento è a carico di ignoti, ma nel capo di imputazione si parla delle autorità pubbliche che hanno messo in pericolo i passeggeri «non intervenendo, nonostante le gravi condizioni igienico sanitarie» a bordo. Oggi a salire a bordo, su indicazione del procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, sia un medico sia una psichiatra. Entrambi avrebbero concordato sulle gravi condizioni sanitarie e psichiche dei passeggeri.
L’annuncio di Salvini
A dare la notizia per primo il ministro dell’interno Matteo Salvini, nel corso di una diretta su Facebook lanciata a margine del dibattito al Senato in cui si discute la mozione di sfiducia nei confronti di Giuseppe Conte. Il ministro ha già detto che la scelta della procura è una grave ingerenza rispetto alle scelte del ministero dell’Interno: «Ma finché potrò farlo continuerò a battermi per gli italiani».
I migranti già fatti sbarcare
Nel pomeriggio due migranti sono stati evacuati dalla Open Arms per motivi sanitari. Dopo che il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ha lasciato la nave, i due sono stati caricati su una motovedetta della Capitaneria e trasferiti al molo Favarolo. Dalle 8 di stamani sono complessivamente 17 i migranti che hanno lasciato la nave della Ong: prima uno di loro si è tuffato in mare, cercando di raggiungere cala Francese; poi altri 9 e ancora altri 5. Infine l’ennesima evacuazione medica per motivi sanitari.
Mentre la situazione sulla Open Arms si faceva sempre più critica, il governo spagnolo a interim aveva annunciato che avrebbe inviato a Lampedusa una nave della Marina militare per accogliere i migranti bloccati attualmente a bordo.
«L’invio della nave militare spagnola Audaz risolverà la crisi umanitaria questa settimana». Ha scritto in un tweet il premier spagnolo a interim, Pedro Sanchez. «La nave Audaz della Marina spagnola è pronta per partire questo pomeriggio per l’isola di Lampedusa e assistere la Open Arms e isuoi occupanti. Accompagnerà la nave al porto di Palma, a Maiorca, risolverò questa settimana l’emergenza umanitaria».
Da Bruxelles, la Commissione europea aveva fatto sapere che la priorità «è che le persone a bordo siano sbarcate al più presto». La portavoce Natasha Bertaud ha dichiarato che serve cooperazione da parte di tutte le parti, «inclusa la Ong, per assicurare che l’imperativo umanitario venga per primo».
Naufraghi in mare
Verso le 13 del 20 agosto cinque migranti si sono buttati a mare e sono stati salvati dalla Guardia Costiera. In mattinata altri nove dei migranti rimasti a bordo della Open Arms si erano lanciati in mare. A gestire la situazione è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera, che li ha salvati per poi portarli a terra: quando mettono piede sulla motovedetta della CP sono infatti – di fatto – su territorio italiano. Due di loro sono stati ricoverati in ospedale, mentre gli altri sette sono stati portati all’hotspot di Lampedusa.
Open Arms, migranti si gettano in mare per raggiungere la costa. Twitter Open Arms. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Anche la Open Arms ha calato in acqua un proprio gommone per recuperarli, mentre arriva un ulteriore gommone della Guardia di Finanza.
Stamane, riferisce il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps, un altro uomo si era gettato in acqua. Anche qui era intervenuta una motovedetta della Guardia costiera per recuperarlo e, di fronte al suo rifiuto a tornare a bordo della Open Arms, è stato – come legge prevede – portato a terra. Dopo aver visto questa scena, gli altri stanno cominciando a fare lo stesso.
Già nei giorni precedenti altri migranti avevano compiuto il gesto disperato nel tentativo di approdare a terra, e poi erano stati riportati a bordo con gommoni e a nuoto dall’equipaggio della Open Arms.
La nave della ong spagnola è bloccata da 19 giorni in mare, a poco meno di un miglio da Lampedusa, in estenuante attesa di una soluzione per lo sbarco delle persone rimaste a bordo.
Sbarcati 8 migranti
Nella tarda serata del 19 agosto 8 migranti vengono fatti sbarcare d’urgenza. Sono giunti nel molo Favaloro, dove i medici del Poliambulatorio hanno fornito le coperte termiche e li hanno visitati in banchina. Uno di loro è stato portato via in ambulanza e due sono stati poi ricoverati.
Lampedusa
«Ogni giorno in più e un giorno di tortura per queste persone che sono a bordo della Open Arms, anche perché dovranno scendere comunque», dice il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra sul molo commerciale dell’isola. Come già per la Sea Watch, lui e altri volontari stanno dormendo sul sagrato della chiesa in solidarietà con i migranti ancora in male. «L’arrivo di altre persone con i barconi a Lampedusa, l’ultimo la scorsa notte, dimostra che non sono le ong a prenderli a tutti i costi, perché comunque in centinaia continuano ad arrivare», dice don Carmelo.
«La legge del mare parla chiaro: bisogna aprire i porti e i controlli si fanno dopo», spiega il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. «È una legge internazionale, che vale per tutti, anche per i migranti. La nostra isola, che ha 270 pescatori e un centinaio di imbarcazioni – aggiunge al Giornale di Sicilia – sa bene di cosa sto parlando, anche perché moltissime volte ci siamo trovati a chiedere riparo in Tunisia, in Libia o a Malta, e nessuno ci ha mai negato l’attracco e l’ospitalità».
Il ricorso che non c’è
«Nessun ricorso è stato finora depositato» contro la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il divieto di sbarco per la nave Open Arms. È quanto riporta l’Agi citando fonti del Consiglio di Stato.
Palazzo Spada non conferma quindi la notizia, diffusa da alcune testate, di una decisione attesa per lunedì 19 agosto. Il ricorso era stato annunciato dallo stesso Viminale mercoledì scorso, mentre venerdì il ministero dell’Interno spiegava di aver dato mandato all’Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms.
La notifica del ricorso, come già anticipato a Open e ancora oggi, non risulta arrivata ai legali della ong.
Foto copertina: Francisco Gentico/Open Arms
Video: Open Arms
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