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Salvini prova a non farsi fregare più dai contestatori dei selfie: il suo trucchetto per chi vuole una foto con lui

19 Agosto 2019 - 11:00 Redazione
In passato il vicepremier è inciampato in varie 'trappole' selfie. Per tutelarsi sembra aver adottato una nuova strategia

Cambia la macchina selfie del vicepremier leghista. A svelarlo è un video di un giornalista di Repubblica che mostra in azione la nuova catena di montaggio da selfie messa in campo dallo staff di Matteo Salvini dopo un comizio a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca.

Sono scene che si ripetono dopo ogni comizio, ma questa volta con una differenza. Non sono più gli elettori leghisti o sostenitori di Salvini – veri o presunti – ad avvicinarsi al ministro dell’Interno, cellulare in mano, pronti a immortalarsi al suo fianco, ma è il ministro stesso che, dopo un controllo accurato da parte del suo staff – presumibilmente per verificare che il cellulare sia in modalità foto e non video – prende in mano il cellulare e scatta la foto.

I precedenti

Un piccolo accorgimento, ma che potrebbe tutelare il vicepremier dall’imbarazzo social che accompagna ogni tentativo riuscito di sabotare la sua macchina selfie, potente strumento di propaganda amato dalla classe politica di cui il ministro dell’Interno fa un uso frequente.

I precedenti in tal senso sono diversi, come nel caso di maggio di quest’anno del ragazzo che a Lecce si era avvicinato al vicepremier fingendo di voler fare una foto con lui, per poi rinfacciargli in modalità video una serie di slogan usati in passato da Salvini per rappresentare in modo poco cortese gli abitanti del meridione.

Tattica usata in precedenza da diversi ragazzi che avevano usato simili occasioni per porre domande scomode al vicepremier, come sui 49 milioni di euro in finanziamenti indebiti al suo partito su cui la Cassazione si è espressa recentemente.

O come nel caso del bacio saffico tra due ragazze a Caltanissetta nell’aprile di quest’anno, un altro video-selfie di protesta, quella volta però contro alcune frasi sprezzanti del vicepremier contro le famiglie omogenitoriali.

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