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Calenda contro il patto M5s-Pd, ma attacca Renzi: «Fa un governo Frankestein per prendere tempo»

20 Agosto 2019 - 09:02 Maria Pia Mazza
L’ex ministro dello Sviluppo Economico si schiera contro l’alleanza col M5s: «Il Pd morirà»

«Si possono fare esecutivi con chi ha idee diverse, non con chi ha valori diversi. Lo abbiamo sostenuto fino a 15 giorni fa». Carlo Calenda, in modo inequivocabile, si schiera contro l’alleanza tra Pd e M5s che, a suo dire, «rappresenterebbe la fine del Partito Democratico».

Una linea più morbida e speranzosa nei confronti di alcuni dem, tra cui Zingaretti a Gentiloni, ma durissima e intransigente nei confronti di Matteo Renzi e dei suoi sostenitori. «Se c’è una cosa che questa crisi mostra con evidenza – dice l’eurodeputato in un’intervista a La Repubblica – è il trasformismo e la spregiudicatezza di tutta la classe politica. Da Grillo a Renzi, da Salvini (definito dal dem “un bullo di cartapesta”, ndr) a Di Maio». 

L’attacco di Calenda a Renzi

Secondo Carlo Calenda, infatti, Renzi starebbe sfruttando la crisi di governo e aprendo all’alleanza con i pentastellati non tanto per dar vita a un governo istituzionale, bensì per prendere tempo per tornare direttamente in campo. Non è chiaro, dice Calenda, se tra le idee dell’ex premier fiorentino a prevalere sia quella di «far fuori Zingaretti o farsi il suo partito».

L’eurodeputato dem non ha dubbi sulla strategia renziana: «Cosa succede se si fa il Governo: Renzi prende il tempo per far fuori Zingaretti o farsi il  suo partito, resta fuori dal Governo, fa cadere il Governo appena raggiunto uno dei due obiettivi. La scusa sarà che la sinistra si sta grillinizzando», scrive in un tweet.

Ma Calenda rincara la dose contro l’ex titolare del governo di cui è stato ministro: «[Matteo Renzi] darà l’ok a governo di legislatura, ma quando lo dovrà far cadere dirà che lui all’inizio aveva parlato di governo istituzionale di 6 mesi e che la colpa è della “ditta” (la Casaleggio e il M5s, ndr)». 

«I sovranisti si battono alle urne con idee nuove», dice Calenda

E, qualora in Senato oggi dovesse effettivamente andare in scena la rottura definitiva tra Lega e M5s, Calenda non ha dubbi: si deve tornare alle alle urne. «I sovranisti si battono alle urne con idee nuove con coraggio e con una classe dirigente all’altezza, non con governi Frankenstein che hanno come unico obiettivo l’autopreservazione», chiosa infine l’eurodeputato dem nell’intervista a La Repubblica

E, in attesa della resa dei conti, chissà che anche Calenda non stia pensando, per coerenza, di abbandonare il Pd, voltandosi verso il fronte di Siamo Europei, cambiando – anche lui – per non soffrire e cambiando per non affondare con il Partito Democratico.

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